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Il cervo viene al pettine
Sarebbe fin troppo facile per noi dire, adesso, che l’avevamo detto in tempi non sospetti. E abbondantemente previsto. Infatti nei pressi di Villalago, Parco Nazionale D’Abruzzo, i nodi, anzi i cervi, stanno venendo al pettine. Infatti i tanti e continui avvicinamenti dei turisti ai cervi pecoroni che gravitano nel paese, ma in genere in tutta la zona, prima o poi avrebbero provocato qualche grosso problema. Infatti una turista romana di 46 anni, che sembra si sia avvicinata troppo a una femmina con piccolo, è stata colpita dagli zoccoli della cerva, procurandosi lesioni guaribili in quindici giorni. Sia altri turisti, sia la stessa signora, avevano già avuto incontri spiacevoli, sempre protagonisti i cervi. La cosa è talmente sfuggita di mano che il sindaco di Villalago, Fernando Gatta, ha chiamato il prefetto dell’Aquila Giancarlo Di Vincenzo: “…ora ho interessato il Prefetto affinché si faccia carico della problematica al fianco delle amministrazioni locali”. Inutile dire che esiste apposita segnaletica che avverte del pericolo di avvicinare tali animali, ma naturalmente in Italia l’animalismo sfrenato vuole a tutti i costi attuare la più grande idiozia che sia mai stata imbastita nei confronti degli animali selvatici. Parliamo “della convivenza pacifica” che da anni le associazioni animaliste si beano di spargere a piene mani facendo sempre più pensare che noi, e tutto il creato, si può vivere benissimo insieme e sfatare tutte le avvertenze che persone molto più equilibrate, e molto meno interessate al turismo di massa che porta soldi a tutti proprio per i cervi pecoroni nei paesi, vanno avvertendo da sempre. Il discorso è travasabile anche agli orsi. Continuamente cercati, fotografati, reclamizzati da organizzazioni locali che forse non hanno ancora capito che gli animali non sono come quelli dei parchi safari africani. Che si muovono in migliaia di miglia di territorio. Qui sono ristretti e a forza di cercare ci si casca addosso. Poi invochiamo abbattimenti di animali problematici, quando di problematico c’è il rapporto deviato dai soliti noti. Tornando ai cervi, che possono sembrare tanto “Bambi”, non lo sono per nulla: i maschi possono uccidere chiunque visto il loro peso di più di duecento kg e i palchi che sono vere e proprie armi. Pericolosi al bramito, quando vedono avversari di accoppiamento dappertutto. Altrettanto le femmine, tanto gentili ed eleganti all’aspetto, quanto pericolose specialmente con piccoli. Capaci di rompere la colonna vertebrale a un uomo con un solo calcio. Soluzioni? Sì, ce ne sarebbero: catturarli tutti con tele narcosi, vista la loro penosa confidenza, e trasferirli lontano, sulle montagne boscate. Come fatto col povero Carrito. E se tornassero fargli capire, con metodi che non piacciono per niente agli adoratori della convivenza pacifica, che l’uomo è diventato pericoloso. Altrimenti ci vanno di mezzo solo loro. Il Direttore stesso del Parco D’Abruzzo, Luciano Sammarone, ha dichiarato “…troppa gente si avvicina agli animali selvatici come se fossero cuccioli. Non mettiamo in dubbio la buona fede della signora…ma non possiamo chiedere troppo al cervo”. Negli Usa se trasgredite le norme nei parchi, sempre presi a esempio da noi, e avvicinate troppo la fauna, fioccano sonore multe. Sarebbero da replicare anche qui. Animalisti e company permettendo. Visto che ormai la Natura è solo nelle loro mani.
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Fonte: armietiro
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