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Cavizzana: metti un orso alla tua porta…
In questi giorni, dopo la tragedia in Romania, si torna a parlare di orsi. Ma lo si fa da noi: una piccola comunità montana, quella di Cavizzana in Val di Sole, si è ritrovata a manifestare il proprio disagio proprio per il problema rappresentato dalla presenza promiscua di alcuni esemplari.
Infatti il 3 luglio è toccato a una giovane signora del paese aprire la porta di casa di sera e trovarsi un esemplare nel giardino, davanti all’uscio. La protesta, sindaco in testa, è sempre la stessa: gli avvistamenti sono continui, sia nei boschi sia anche nei giardini delle case dove, parole degli abitanti stessi, “poco prima giocavano i bambini”. Ricordiamo che Cavizzana appartiene alla stessa zona dove accadde l’aggressione mortale ad Andrea Papi. Per cui il ricordo tragico è sempre presente nella mente di tutti. Sono stati invocati più controlli. Ma detto così, genericamente, non definisce nulla come intervento fattivo. La popolazione degli orsi, inutile negarlo, è aumentata in queste zone in maniera esponenziale. Non tanto per i numeri totali quanto per il fatto che molti capi, femmine soprattutto, tendono a rimanere in zona. Amplificando, con continui avvistamenti, la sensazione di disagio e paura per gli abitanti, specialmente nei confronti dei figli, abituati da sempre a giocare ed entrare nei boschi. Non si può chiedere ai bambini di applicare metodi difficilmente attuabili anche per i grandi. Certo osservare che ci sono avvistamenti nei boschi limitrofi non pensiamo possa essere dichiarata una cosa anomala. Se sono aumentati gli esemplari, logico che se ne incontrino. Ma il problema e tutto un altro e ce lo può insegnare proprio la “scenografia” venuta alla luce in Romania, sulle strade che intersecano i Carpazi, molto frequentate dai turisti. I tanti video, che in questi giorni stanno infestando le piattaforme, mostrano un aspetto che anche noi non conoscevamo così capillarmente: ci si chiede come mai così tanti orsi, con piccoli o senza, sono presenti fermi su quelle strade, immobili e in paziente attesa, giorno e notte. Facile. Perché c’è chi gli dà da mangiare. Non serve un’intelligenza da animale superiore per capire che senza nessuno sforzo gli imbecilli di passaggio passano e ti danno cose buone e saporite, dolci o salate, senza che il plantigrado si debba passare le giornate a scavare radici o mangiare lombrichi e api. Quindi arriviamo al dunque. Perché gli orsi, potremmo dire tutti gli animali selvatici, fanno a gara per entrare, sostare o passeggiare per i paesi o nei posti frequentati dagli umani? Semplice anche questo. Perché a dispetto dei divieti, ci sono tanti che, senza farsi vedere o ammetterlo, mettono o tengono del cibo in modo che loro lo possano trovare facilmente. Non scendono gli orsi, sia alpini sia abruzzesi, nei paesi per passare una serata tra la gente, ma per prendere quello che gli danno i “salvatori degli animali”. E questo comportamento è figlio di una politica che ha messo paura a tutte le persone apprensive per la salvezza della Natura. Il continuo bombardamento che “gli animali sono in difficoltà”. Che non ce la faranno se non li aiutiamo noi. Questi comportamenti, difficili da fermare, andrebbero contrastati con pene severe. Naturalmente silenzio assoluto di tutte le associazioni animaliste che fomentano proprio questo. Quindi nemmeno le multe bastano più. E nemmeno i cassonetti antiorso. Perché se vanno a cercare nei cassonetti è perché qualcuno li ha abituati a quel certo cibo. Ma tutto questo ha un contraltare: si perde turismo, e indotto conseguente. Pensate alle strade dei Carpazi di cui parlavamo. Fate il conto di quanti turisti paganti attirano quei poveri zombie condannati a chiedere i biscotti dalle mani altrimenti, se non fanno i bravi, non glieli danno. Comportati bene, orso. se no non mangi.
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Fonte: armietiro
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