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Paese che vai, orsi che trovi
Come ben si sa, e riferito a esemplari delle specie più diverse, gli Stati Uniti vengono sempre presi a esempio per le modalità di gestione faunistica, inutile negarlo. Chi conosce gli States sa che le norme sono rigidissime. A cominciare dall’importazione ed esportazione di qualunque cosa sia derivato da animali o piante. Ma non solo. Anche la ricerca, il controllo in Natura, la gestione e la protezione, sono fiori all’occhiello dell’America. E, conseguentemente, chiunque voglia fare bella figura o farsi vedere più avanti nel considerare le nostrane cose riguardanti la fauna selvatica, fa sempre riferimento a Oltreoceano. A tal proposito, come scritto altre volte, Yellowstone e tutto quello che lo circonda, viene giornalmente preso a esempio dai nostri animalisti e ricercatori. Tutto quello che si decide nei suoi confini è, come diceva Bellavista, “Cassazione”. Orbene, noi che sempre ugualmente guardiamo anche, ma non solo, al modello americano, leggiamo che nello stato della Florida la Commissione per la conservazione della fauna selvatica ha dato il permesso all’abbattimento di ben 187 esemplari di orso nero, meglio conosciuto come Baribal. Praticamente, conti alla mano, circa il 5% della popolazione attuale. Che si attesterebbe sui 4.000 esemplari in totale. La proposta non parte da decenni fa, come siamo abituati a vedere in casa nostra, dovendo sempre superare più ostacoli che le Alpi da parte di Annibale con gli elefanti. In realtà è stata discussa soltanto da maggio scorso. Da considerare che solo fino al 1974 la specie dell’orso nero in Florida era considerata a rischio e ne aveva, lo Stato, decretato il divieto di caccia dal 1994. La autorità della Florida hanno scritto che, udite udite, “la caccia regolamentata e’ necessaria per gestire la popolazione in crescita di orsi neri”. Ma non solo. Dopo questa prima apertura agli abbattimenti, la stessa autorità si è già pronunciata per una riapertura annuale della caccia stessa. Ma il bello è che tale decisione arriva dopo le diverse segnalazioni di orsi in zone abitate e dopo che uno di essi aveva ucciso una persona dopo una aggressione. Naturalmente, buon sangue non mente, anche gli animalisti locali hanno protestato con la solita tiritera che, in fondo, le aggressioni rimangono una eccezione e che le autorità, anziché permetterne la caccia, dovrebbero educare le persone che vivono a contatto con gli orsi. Tutto il mondo è paese quindi. Solo che negli States certe fandonie della pacifica convivenza, e dell’educazione delle persone, non attecchiscono come da noi. Ribadiscono invece le autorità che l’interesse è quello della specie. E degli abitanti. Non del singolo esemplare, come è accaduto con alcuni nostri orsi o addirittura ultimamente col lupo altoatesino. E la gestione è affidata all’unica tecnica certa, ovvero l’abbattimento, come altre migliaia di specie. Senza assegnare patenti di intoccabilità. Ma ci sorge il dubbio che nemmeno l’animalismo nostrano ci creda poi tanto alla favola della convivenza. Solo che se fai questa difesa d’ufficio camuffata, fai bella figura, gli attori e cantanti animalisti ci si buttano a pesce, e la gente vede subito chi sono veramente quelli buoni. E le magliette e le tessere si vendono che è un piacere. Però alla fine quello che a noi interessa è questo: che facciamo, guardiamo l’America in tutto, come esempio par la gestione della fauna, o lo facciamo a gettone solo quando ci fa comodo? Aspettiamo risposte.
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Fonte: armietiro
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