Omicidio Kirk: cosa sappiamo dell’arma e del tiro fatale

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Omicidio Kirk: cosa sappiamo dell’arma e del tiro fatale

Al di là delle discussioni prettamente politiche che stanno animando ormai da giorni il dibattito, anche in Italia, scaturito dall’uccisione a sangue freddo del conservatore statunitense Charlie Kirk, alcuni cosiddetti intellettuali e commentatori di casa nostra si sono lanciati, dagli schermi televisivi e dagli organi di informazione, in fantomatiche analisi tecnico-balistiche sull’arma impiegata per l’omicidio e sul fatto che con tale arma, un giovane di 22 anni non potesse effettuare un tiro così preciso come quello che ha colpito al collo Kirk. Da qui il velato, o meno velato, accenno a eventuali e fascinose cospirazioni alla John Fitzgerald Kennedy, a carico dei “poteri forti”.

Conviene quindi fare alcune brevi considerazioni per mettere alcuni punti fermi sull’aspetto prettamente tecnico dell’omicidio, così come facemmo a suo tempo per l’attentato che per un soffio non costò la vita all’allora candidato presidenziale Donald Trump.

Le caratteristiche dell’arma
Per quanto riguarda la carabina, esistono immagini precise diffuse a poche ore dal suo ritrovamento, inizialmente dal New York post e poi riprese da altre testate. Viene riferito trattarsi di una carabina Mauser, dalle immagini sembra il modello M12, verosimilmente la versione Black impact, con calciatura polimerica e senza mire metalliche, in calibro .30-06. È una carabina a ripetizione manuale con otturatore girevole-scorrevole, caricatore della capacità di 5 cartucce, di produzione recente e apparentemente in ottime condizioni di conservazione, dotata di un cannocchiale a ingrandimento variabile anch’esso tipicamente venatorio. Secondo gli elementi finora emersi, l’arma sarebbe stata di proprietà del nonno del sospetto omicida, Tyler Robinson, e questa sarebbe, secondo quanto riportato dai media, emersa come una delle preoccupazioni espresse dal sospetto omicida al suo compagno e coinquilino nell’immediatezza dei fatti, prima che venisse arrestato: come fare a giustificare l’assenza dell’arma del nonno, al proprio padre. Tyler progettava di portare indietro con sé l’arma per non lasciare tracce sul luogo del delitto e riporla dove l’aveva presa, ma poi evidentemente questo non è stato possibile e, allora, l’ha lasciata nel bosco poco lontano dal luogo dello sparo, dove è stata trovata dagli inquirenti. Dall’esame delle tracce presenti sia sull’arma, sia sull’asciugamano nel quale era avvolta, sembra essere stato tratto un Dna compatibile con quello di Tyler.

Le caratteristiche del tiro e del tiratore
Le caratteristiche del tiro ricalcano in buona misura quelle dell’attentato a Trump di poco più di un anno fa: sarebbe stato effettuato, infatti, dalla sommità di un palazzo situato di fronte all’area nella quale stava parlando Kirk, con una certa sopraelevazione rispetto al prato dove si stava svolgendo l’evento. La distanza di tiro, a seconda delle fonti, è indicata tra le 125 yard e “meno di 200 yard”. Sparando dall’alto verso il basso è sicuramente presente un angolo di sito non trascurabile che, tuttavia, alle distanze indicate non determina uno scostamento tra punto mirato e punto di impatto talmente rilevante da mancare il bersaglio. A questo proposito è possibile, comunque, che sia stato l’errore dell’angolo di sito a far sì che Kirk sia stato colpito al collo anziché, per esempio, al petto. Per quanto riguarda la posizione della vittima, si può dire che per un tiratore che intenda effettuare un omicidio a sangue freddo non avrebbe potuto trovare situazione più favorevole: Kirk infatti era abituato ad affrontare i propri interlocutori da seduto, con postura eretta, reggendo il microfono. Di fatto in tal modo i movimenti del busto e del capo sarebbero stati pochi e limitati, diversamente da Trump che, quando fu colpito all’orecchio, era in piedi e si muoveva avanti e indietro sul palco.

Parliamo delle possibili capacità di tiratore di Tyler: un ragazzo di 22 anni, quindi giovane, cresciuto tuttavia in una famiglia americana che non solo possiede armi e le utilizza per il tiro sportivo nel tempo libero, ma pratica anche l’attività venatoria. Da quanto emerso in questi giorni, sembra che Tyler avesse avuto precedenti esperienze venatorie con i propri famigliari e che si fosse addirittura vantato con alcuni ex colleghi di lavoro di aver effettuato tiri fino a una distanza di 450 yard.

Non stiamo quindi parlando di un soggetto che è passato direttamente dalla consolle di un videogioco a stringere per la prima volta un’arma: arma che peraltro doveva già conoscere abbastanza bene, in quanto per l’appunto appartenente alla cerchia famigliare e probabilmente a lui già affidata in altre occasioni, appunto a caccia.

Tutto ciò premesso, che si tratti di sparare a un cervo coda bianca nei boschi americani o che si tratti di caccia di selezione a qualsiasi ungulato in Europa, un cacciatore medio statunitense, come anche (per esempio) tedesco o scandinavo, ma potremmo dire appena passabile, alle distanze di tiro indicate, con la possibilità di sparare da sdraiato e quindi con un buon appoggio, è sicuramente in grado di concentrare una rosata di tre colpi in meno di 5 centimetri, che corrispondono orientativamente a 2 Moa alla distanza di 100 yard e un Moa alla distanza di 200 yard. In realtà secondo quanto riportato da alcuni distributori statunitensi, l’arma avrebbe capacità “sub-Moa”, quindi sarebbe in grado di effettuare rosate con diametro inferiore al minuto d’angolo, quindi un pollice a 100 yard e 2 pollici a 200 yard.

Va anche detto che una carabina da caccia, con canna “sottile”, cioè di diametro relativamente contenuto, tende ad allargare la rosata proprio nei colpi successivi al primo, in quanto il riscaldamento della canna conseguente all’attrito del proiettile e alla combustione della carica di lancio ha un impatto notevole sulla dilatazione termica del materiale, molto più che su una carabina da tiro con canna di spessore notevolmente più elevato. Il colpo più preciso, comunque, è proprio il primo, per il motivo appena esposto.

Conclusioni
Da quanto esposto e in base alle informazioni attualmente disponibili si può concludere senza alcuna particolare “forzatura” che Tyler Robinson avesse capacità tecniche e dotazione “strumentale” persino sovrabbondanti rispetto al compito che si era prefissato e alle condizioni nelle quali è stato possibile effettuare il tiro: la distanza del bersaglio era modesta, l’arma era dotata di buone caratteristiche di precisione intrinseca e dotata di un cannocchiale variabile con buon ingrandimento per quelle distanze. Nessuno può escludere che con il trascorrere dei giorni e delle settimane emergano elementi tali da far pensare alla classica cospirazione in stile Jfk, ma con gli elementi a oggi a disposizione ce n’è d’avanzo perché un Tyler qualsiasi fosse perfettamente in grado di portare a termine quanto è accusato di aver fatto e quanto le prove a oggi esistenti indicherebbero che abbia fatto.

Va anche detto che la vicenda evidenzia una volta di più i limiti delle campagne di “gun control” portate avanti in questi anni soprattutto dai politici dem e in particolare in alcuni Stati dell’Unione, in primis la California, o anche in singole città dell’Unione, come Chicago. Tyler Robinson infatti, al di là del fatto che abbia utilizzato un’arma “di famiglia”, avrebbe avuto titolo per acquistare una carabina come quella che ha utilizzato, anche negli Stati più proibizionisti, come la California. Anzi, avendo già compiuto 22 anni, avrebbe potuto acquistare anche armi ritenute in alcuni Stati “particolarmente pericolose”, per le quali è stata fissata, o si cerca di fissare, una età minima per l’acquisto di 21 anni, come le carabine semiautomatiche di derivazione militare. Inoltre Robinson non aveva pregresse condanne per reati di alcun genere, né aveva avuto problemi di tipo psichiatrico, con relativi trattamenti da parte di strutture ospedaliere o professionisti privati. L’arma utilizzata non è mai stata oggetto di qualsivoglia rilievo sulla sua potenziale letalità in nessuno dei dibattiti anti- armi dell’ultimo mezzo secolo, principalmente a causa del fatto che non è un’arma semiautomatica e non ha elevata capacità di fuoco.

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Fonte: armietiro
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