Botswana: caccia sostenibile, ma…

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Botswana: caccia sostenibile, ma…

Ultime notizie dall’Africa. In un recente comunicato il Voice of America ha riportato che in Botswana, nel 2024, il numero dei safari a elefanti è raddoppiato. Lo stesso Stato riferisce che ha incassato, dalla vendita delle licenze sui vari animali, ben 4 milioni di dollari. Dopo che la caccia era stata sospesa dal 2019 al 2023, solo nel 2023 appunto ha incassato 2,7 milioni di dollari. Sono state vendute annualmente 400 licenze per elefanti, acquistate in particolare da cacciatori esteri. Wynter Mmolotsi, ministro degli Afferi esteri e del Turismo, ha riferito in Parlamento che “In ordine alla gestione della popolazione di fauna selvatica il territorio ha implementato un connubio di sfruttamento, e non, della risorsa della nostra fauna da cui è derivato un beneficio economico per le nostre comunità”. Ha anche riferito che questo ha sollevato opposizione da parte di molti Stati esteri, tra cui Belgio e Canada, e altri, che hanno proibito l’importazione di trofei di fauna selvatica. “La nazione sta affrontando l’opposizione delle associazioni animaliste alla nostra politica dell’utilizzazione sostenibile della fauna selvatica, usando la caccia come uno strumento di emancipazione per le nostre comunità locali”. Il ministero, in collaborazione con il settore della caccia e cercando la fiducia delle comunità, intensificherà gli sforzi a questa crescente opposizione di caccia sostenibile venuta fuori dall’unione tra Inghilterra e Germania”.

In contrasto a questa criminalizzazione da parte di Paesi, guardate il paradosso, che hanno sterminato per decenni la fauna degli altrui Paesi, nella regione Sud dello Zambesi, sempre in Botswana, circa 92 bufali sono affogati, spaventati dall’inseguimento da parte di leoni nel fiume Chobe. Non è la prima tragedia di questo tipo. Infatti nel 2018, altri 400 bufali morirono affogati nella stessa area. Mentre nel 2023 un altro centinaio di bufali si calpestarono gli uni con gli altri, probabilmente per motivi analoghi. Questo per dire che i fautori del “lascia fare alla Natura” santificano, e sorvolano, su accadimenti simili per poi diventare acerrimi nemici di qualunque utilizzazione della fauna in eccesso, in numeri limitati, per la caccia autorizzata. Che, chiariamo, abbatte sempre e soltanto animali vecchi e spesso arrivati a fine ciclo vitale. Proprio per quel trofeo, tanto contestato da chi vede col cuore e non con la ragione. Abbattere per trofei validi significa sempre togliere gli animali vecchi che hanno già dato alla propria specie. Mentre nel caso dei bufali, la natura stessa ha fatto strage di giovani, maschi e femmine, che avrebbero potuto solo che far bene alla specie. Ribadiamo ancora una volta che la Natura, tanto osannata da chi non ne conosce i meccanismi, fa tutto senza cuore e senza discernimento: ovvero, spesso fa tanti casini che per metterli a posto ci vogliono decenni, a volte anche centinaia di anni. Contrastare, tipico animalista, la supervisione dell’uomo sulla gestione delle specie, significa non farle stare in equilibrio e non poterle annoverare tutte nel panorama della biodiversità. Contestare questo, e vedere l’uomo come intruso nella Natura, da qui le frasi banali del “bosco che è casa loro e non bisogna entrarci”, significa far solo del male alle specie animali, per sentire la propria coscienza a posto. La differenza tra ciò che fa la Natura e noi è che essa ha migliaia di anni a disposizione per rimettere le cose a posto. E spesso manco ci riesce. Mentre noi abbiamo un piccolissimo e breve passaggio su questa terra, e vorremmo avere l’occasione di vedere tutto. Senza aspettare il giudizio universale.

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Fonte: armietiro
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