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Maremma eolica
Maremma amara… Così recitava una vecchia canzone dell’epoca, descrivendo la Maremma. Tutto quel territorio che andava dal grossetano, nel comune di Marina di Cecina, fino alle terre del viterbese. E alla Maremma sono legati tutti i nostri ricordi di caccia giovanili e oltre. Da ragazzi innamorati persi tra gli scritti di Eugenio Niccolini, le storie di Renato Fucini, le pagine storiche del Vincenzo Chianini, la nostalgia di Guelfo Civinini per le sue assolate terre. Tutto questo ci ha formati nella mente e, appena possibile, cominciarono le prime fughe in laguna d’Orbetello, poi nelle macchie di Manciano, la scoperta dell’inestimabile Selva del Lamone. E poi le foci dell’Arrone, le paludi di Vulci e tanti altri angoli che sapevano di avventure e che parlavano della loro storia in ogni macchia, in ogni forteto. Cosa rimane oggi? Poco, forse nulla. O soltanto i nomi. La poesia è sicuramente finita. Nessuno che verrà potrà innamorarsi ancora di questa terra che era un tutt’uno con la caccia, le paludi specchiate, le canizze nei forteti dietro cinghiali imprendibili. Tutto questo ancora una volta sta per subire un nuovo e più subdolo attacco. Non siamo solo noti a pensarlo, ultimamente si è aggiunto il pensiero anche un’associazione del territorio, il Gruppo di intervento giuridico (Grig). Rilanciamo il loro grido d’allarme nel vedere la Maremma, come dicono, “terra di storia, Natura, agricoltura qualità e cultura”, assalita e in parte devastata dai tantissimi progetti di istallazione di parchi eolici che ne deturperanno tutto il territorio. Siamo alle solite. In nome di una isteria collettiva di perdita del pianeta, condizionata dagli interessi molto pratici delle multinazionali, tutte estere, che sfornano continui progetti di istallazione di torri sempre più grandi molto foraggiate con incentivi europei, perdiamo territori che a livello storico, d’immagine nel mondo, come richiamo turistico, porterebbero altrettanti soldi. Ma molto di più ecologicamente parlando. I progetti in corso sono molteplici. Parco Eolico di Grosseto, Centrale Eolica Sorano Wind, Centrale Eolica l’Abbandonato, Centrale di accumulo Campigliola, Centrale Eolica nella Maremma Livornese, Centrale Eolica Pellestrina Wind, Centrale Eolica Energia Sorano, Parco Eolico Pitigliano, di Rempillo ecc. Una overdose di energia che non potrebbe nemmeno essere consumata. Gli aiuti forniti a tali progetti sembra siano di 35,3 miliardi di euro pagati da…le nostre bollette. Oltre a quello che già è istallato, o che è in corso d’istallazione. E in tutti questi progetti non si tiene conto che vengono messi a ridosso di zone di Rete Natura 2000, Zps, Zsc, lago di Mezzano e insediamenti storici tipo quello di Vitozza. In tutto questo pascoli, boschi, terreni agricoli, corsi d’acqua verranno devastati da strade, scavi, cavi enormi interrati e piattaforme massicce di migliaia di metri cubi di cemento. Per una tecnologia che in questo momento sembra la soluzione, ma che potrebbe oltretutto risultare obsoleta tra pochi anni per un impegno del nucleare di ultima generazione molto più vantaggioso e sicuramente meno invadente. O sistemi ancor più innovativi. Anche l’Ispra è intervenuta, dicendo che la messa in opera di pannelli solari in tutte le aree industriali, sui tetti, nelle aree di parcheggio potrebbero, con quasi nessun impatto, portare altrettanta energia. Al grido dell’associazione Grig aggiungiamo il nostro, rivolto a tutte le associazioni falso-ambientaliste sempre pronte al “dagli al cacciatore” e impegnate nella ricerca del bossolo abbandonato. Sempre pronte a suscitare allarmi, lanciare proclami di perdita di territori, ambiente, inquinamenti da piombo eccetera, potrebbero battere un colpo? O dobbiamo pensare che tutto questo lo reputano sacrificabile o di non loro interesse? Visto che gran parte della Toscana “appartiene” alla loro gestione o alla loro supervisione. Vedi parchi del lago di Burano, Orbetello, Bottaccio, del Chiarone, Santa Luce, Massaciuccoli, Migliarino San Rossore e tanti altri. Compresi territori molto “green”, tutti frequentati dai tanti loro affiliati salvatori della terra intorno alle loro ville e proprietà. Potrebbero, bontà loro, dare un’occhiata cercando, per carità, di tenere sempre d’occhio i cacciatori cattivi, ma a tempo perso occuparsi di cose ben più importanti visto che loro abitano quasi tutti lì nella Maremma chic?
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Fonte: armietiro
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