Wwf: (dis)attenti al lupo

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Wwf: (dis)attenti al lupo

A dispetto del suo nome, nella città dell’Aquila di aquile se ne vedono poche. Al contrario, di lupi se ne vedono molti. Giorni fa, ma non è la prima volta, uno passeggiava nella città e dintorni. E il Wwf, commentando la vicenda di un altro povero cane di una signora predato proprio da un lupo nella frazione di Tempera, assume subito l’atteggiamento severo e distaccato, o meglio freddo e insensibile, fornendo i metodi “certi”, che certi non sono, per favorire la convivenza tra esseri umani e lupo. Strano questo Wwf, tanto sentimentale per gli animali di qualunque specie, pesci rossi compresi, ma subito asettico quando una persona si vede fare a pezzi, da vivo, il proprio cane. Che sarà stato amato, ritenuto un membro della famiglia e trattato come tale. Anzi ci starebbe bene anche una tirata d’orecchie per la sfortunata signora che, evidentemente, non legge le perle del Wwf riguardo ai lupi. Quello che ci meraviglia di più però è che il Wwf ancora non si rende conto di quanto la presenza del lupo abbia ormai rotto le scatole a tutti coloro i quali vivono la ruralità. Ma proprio a tutti. E senza nasconderci dietro a un dito, riaffermiamo quello già detto: che siccome le sue predazioni (questo lo ammette pure il Wwf) sono su animali domestici, cani gatti ecc, se continua così non ha motivazione di esistere nel territorio nel quale è stato reimmesso. Praticamente quello che hanno pensato gli abruzzesi che lo avevano quasi estinto, in quanto levava il pane alle famiglie nutrendosi solo di pecore e animali di allevamento vari, dai quali dipendeva la vita di tutti. Ma le favole non finiscono qui. Non sapendo più dove mettersi le mani per sostenere ancora la presenza del lupo, sempre il Wwf afferma che “Il lupo è, assieme all’orso bruno, il principale predatore degli ecosistemi italiani, e svolge quindi un fondamentale ruolo regolatore rispetto alla numerosità degli ungulati selvatici, contribuendo così in maniera diretta a ridurre i danni di questi ultimi alle attività agricole”.

Allora: in Italia si abbattono circa 900.000 cinghiali l’anno, e i cervi in Abruzzo spadroneggiano ovunque. Tant’è vero che ne erano stati calcolati circa 400 da abbattere solo in due ambiti, salvati, è il caso di dirlo, dai fichetti dal cuore tenero a comando che fa tanto bene ai “like”. Testimone il fatto che nei paesi, vedi Villalago, sono diventati come pecore al pascolo dentro e fuori il paese. Allora, la domanda è sempre la stessa: dove sta la presunta regolazione del lupo sugli ungulati selvatici? Che non preda neanche quelli “domestici” come quelli di Villalago, ridotti ormai al pari di animali da circo? Abbiamo bisogno di un “regolatore” dei cani, dei gatti, dei vitelli, delle pecore eccetera? Questi li regoliamo noi uomini, non ci serve il lupo.

Almeno su una cosa, le dichiarazioni del Wwf tuttavia fanno piacere: finalmente anche loro si sono accorti del problema del cibo lasciato all’aperto nei paesi. Loro lo chiamano “buste lasciate lì”. Noi lo chiamiamo “cibo lasciato ad hoc” per fare video, foto, eccetera a lupi e orsi. In più, se c’è la differenziata (specialmente “porta a porta”), i paesani dove la mettono la spazzatura? Se la lasciano fuori dall’uscio di casa è normale che i lupi arrivino fino sull’uscio, no? Si eviterebbe dissuadendoli con i metodi tradizionali, che nel passato hanno funzionato.

Non siamo contro il lupo. E bocciamo, senza se e senza ma, bocconi avvelenati, lacci, trappole o altri mezzi illegali. Ma purtroppo quando ci si vede condannati a subire, e perdere animali amati, la gente poi va a finire che reagisce.

La perla finale del comunicato è quella nella quale il Wwf consiglia di “tenere i cani al guinzaglio”. Peccato che li hanno assaliti anche così. Quindi abbiamo perso anche la libertà di far fare una passeggiata o una corsa al proprio cane? Non abbiamo più la possibilità di portare cani a caccia, a tartufi, nel soccorso alpino, nella ricerca o in una semplice passeggiata? Però se mantenete la calma e battete le mani, lo dicono sempre i domatori del Wwf, questo li indurrà alla fuga. Attenzione, però, che se il lupo ha già il vostro cane tra i denti, il metodo guarda caso non funziona. Quindi rassegnatevi e lasciateglielo masticare. Aspettate pazienti, che il collare lo recuperate di sicuro.

Nota a margine, per meglio rappresentare la situazione: causa la presenza ormai eccessiva dei lupi, i selecontrollori sono stati autorizzati dalle autorità, per recuperare grandi prede sulle Alpi, tipo i cervi, a salire in montagna in certe zone col fuoristrada. Ma ovviamente, in quel caso, apriti cielo…

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Fonte: armietiro
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