Armi da tiro news da Armi e Tiro
Spara ai rapinatori, non viene indagato: come stanno le cose?
Lunedì scorso a Grignano Polesine, appena fuori Rovigo, un 68enne ha sparato contro un gruppo di ladri introdottisi nella sua abitazione, ferendone uno. La notizia non è purtroppo insolita, specialmente se si parla di case isolate, negli ultimi anni si sono verificati svariati casi di tentativi di rapina in abitazione da parte di criminali per nulla spaventati dall’idea di una reazione del padrone di casa e, spesso, anche armati. A fare la differenza in questo caso è il fatto che, secondo due testate giornalistiche, il Corriere del Veneto e Il Giornale, la procura avrebbe specificato che il padrone di casa non sarebbe indagato “sulla base della nuova normativa in materia di legittima difesa”.
Il titolo del Corriere del Veneto “Rovigo, spara al ladro nella villa ma non è indagato grazie alle nuove norme sulla legittima difesa” è stato tra l’altro ripreso sul profilo Facebook ufficiale del presidente del consiglio Giorgia Meloni, che ha commentato “la difesa è sempre legittima”.
L’atipicità e importanza giornalistica del fatto consiste, nello specifico, nel fatto che a un impiego di armi legalmente detenute per respingere una introduzione abusiva e violenta in una abitazione privata, non sia seguito immediatamente il classico “atto dovuto” che prevede l’apertura di una indagine a carico del proprietario-sparatore. Indagine che, anche nel caso di una archiviazione (quindi si chiude ancor prima di arrivare al vero e proprio processo), richiede mesi se non anni di tempo.
Si tratta a questo punto di capire se l’indagine non sia “ancora” partita o se invece l’indagine non partirà “mai” e se questo sia specificamente da ritenersi merito della riforma della legittima difesa.
Mentre scriviamo, va detto che il rapinatore che potrebbe essere stato ferito dai colpi del proprietario di casa non è stato ancora né trovato, né identificato.
Le ipotesi di reato che di solito vengono contestate in queste circostanze sono abbastanza variegate: si va dalle “esplosioni pericolose” per il solo fatto di aver fatto fuoco con l’arma (anche a mero scopo intimidatorio), al tentato omicidio, alle lesioni volontarie, all’eccesso colposo di legittima difesa e così via.
Vero è che il quarto comma aggiunto all’articolo 52 dalla legge n. 36 del 2019, quella che ha appunto riformato la normativa sulla legittima difesa, risulta proprio aderente al 100 per cento a quelle che sembrano essere le risultanze della situazione verificatasi: “Nei casi di cui al secondo e al terzo comma agisce SEMPRE in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”. Quel “sempre” parrebbe per l’appunto chiudere la partita ancor prima di cominciare.
Tuttavia, la riforma della normativa in materia di legittima difesa non contiene alcun riferimento a una eventuale deroga rispetto all’obbligatorietà dell’azione penale, che è uno dei pilastri del nostro sistema giuridico penalistico, né rispetto al fatto che la sussistenza della legittima difesa sia una mera causa di non punibilità rispetto alla sussistenza di un reato. Risulta quindi difficile capire come sia possibile che la magistratura non apra un fascicolo “in assoluto”, mentre risulta più facile da capire il fatto che, fintanto che non viene trovato l’eventuale ferito e fintanto che non sia possibile constatare la gravità della lesione, non sia neanche possibile ipotizzare una eventuale procedibilità d’ufficio per lesioni, procedibilità che per l’appunto presuppone che la lesione sia oltre una certa gravità (al di sotto della quale la procedibilità è a querela di parte).
Il nostro compito quindi è quello di evidenziare come appaia, in questa fase, perlomeno pericoloso spacciare come “normale” il fatto che la magistratura non apra una indagine contro il proprietario di casa che fa uso dell’arma per respingere una invasione violenta, e far passare il concetto che “da oggi sarà sempre così”, per di più “grazie alla riforma della legittima difesa” (che risale al 2019). Questo caso, per le sue caratteristiche, potrebbe anche finire senza alcuna contestazione di reati in capo al padrone di casa, ma ciò non legittima a ritenere che si tratti di una situazione normale in qualsiasi altro caso di difesa nell’ambito del proprio domicilio, perché così non è. Quindi l’imperativo è prudenza, non abbandonarsi ai facili entusiasmi e attendere che i contorni di questa vicenda si chiariscano in modo più definito.
L’articolo Spara ai rapinatori, non viene indagato: come stanno le cose? proviene da Armi e Tiro.
Fonte: armietiro
Leggi tutto l’articolo sul sito “Armi e tiro”: Spara ai rapinatori, non viene indagato: come stanno le cose?