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Corni di rinoceronte legalizzati
A Kimberley, in Sud Africa, l’alta Corte del Capo Nord ha approvato una norma che di questi tempi sorprenderà molti. Infatti sono stati legalizzati i corni dei rinoceronti, potendo ottenere così i permessi d’esportazione nel caso sia accertato (con molto rigore) che gli stessi provengano da animali vivi detenuti in cattività e che siano rinoceronti della specie definita White. Naturalmente tale pratica deve essere dimostrata all’Autorità di Gestione e, come dice essa stessa, “in circostanze nelle quali il corno del rinoceronte viene da un rinoceronte bianco e prelevato da un’animale detenuto in cattività per scopi di conservazione, l’Autorità di Gestione potrebbe emettere un permesso che certifica tale status”. Praticamente tutti i rinoceronti che vivono in cattività possono essere sottoposti al prelievo che oltretutto, essendo composto il corno di cheratina (la stessa sostanza che compone le unghie), ha la capacità di ricrescere nel tempo. Il prelievo del corno rappresenta un abbassamento del pericolo di bracconaggio da parte di bande organizzate che, sempre più, portano da decenni questa specie sull’orlo dell’estinzione. Inoltre la disponibilità di corni “legali” provocherà un abbassamento del prezzo sul mercato. Oltretutto sarebbe anche una fonte di introito che potrebbe stimolare molti farmer a sviluppare questa attività che farebbe smettere il traffico illecito. Ma questo introduce anche un risultato in più: la fine di un protezionismo ottuso che fino adesso, oltre che fasullo, ha continuato a far morire migliaia di animali di questa specie. Se già da molti anni si fosse passati a un allevamento legale, con altrettanto legale raccolta dei corni, non si sarebbe permesso alla malavita e ai gruppi terroristici di autofinanziarsi con codesto bracconaggio. Oltretutto facendo fare una fine orribile a questi animali, spesso fatti a pezzi da vivi, cuccioli compresi. Altrettanto accadrebbe se si mettesse sul mercato tutto l’avorio detenuto nei magazzini dei vari Stati e sequestrato negli anni, spesso distrutto con i ben noti falò sui quali le associazioni animaliste si entusiasmano blaterando che questo sarebbe il solo sistema per combattere tale traffico. Aggiungendo anche quello che viene prelevato nei vari abbattimenti, sempre legali, per troppa sovrappopolazione in determinati Stati e che può essere commercializzato, adesso, solo nello Stato interessato, e non esportato legalmente. Fino che non si capirà che la parola Conservazione non significa affatto buonismo, o avversione alle decisioni logiche, determinate specie, ribadiamo elefanti e rinoceronti, saranno destinati a ingrassare traffici illeciti e personaggi politici locali corrotti. Facendo dormire sonni tranquilli a chi ne è complice involontario.
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Fonte: armietiro
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