Corte costituzionale: la sentenza sulle forze dell’ordine che fa discutere

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Corte costituzionale: la sentenza sulle forze dell’ordine che fa discutere

Il riassunto della vicenda, così come proposto dagli organi di informazione generalisti, è che “si può sputare impunemente alle forze dell’ordine”. La vicenda ha preso avvio da una eccezione di costituzionalità avanzata dal tribunale di Firenze, chiamato a decidere su una cittadina che, in occasione di una manifestazione politica, aveva appunto sputato contro le forze dell’ordine e da esse era stata denunciata. L’oggetto del contendere era in particolare la modifica operata dalla cosiddetta “riforma Cartabia” all’articolo 131 bis, terzo comma, del codice penale, in particolare la parte in cui esclude la possibilità di assoluzione per “particolare tenuità del fatto” riguardo ai reati degli articoli 336 (violenza o minaccia a pubblico ufficiale) e 337 (resistenza a pubblico ufficiale) del codice penale. La corte costituzionale, osservando che la possibilità di assoluzione per particolare tenuità del fatto opera in generale per i reati puniti con la reclusione non superiore nel minimo a due anni, ha sottolineato come invece l’eccezione prevista per gli articoli 336 e 337 del codice penale (che prevedono una pena minima di 6 mesi) risulti “manifestamente irragionevole”, considerando oltretutto che invece per il reato di violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario di cui al successivo articolo 338, risulta invece consentita. “Questa distonia normativa va a scapito del reo”, ha precisato la Corte, “anche sul piano della funzione rieducativa della pena, la quale esige un assetto razionale dell’intera disciplina sanzionatoria, inclusiva delle cause esimenti”. Da qui la decisione di incostituzionalità dell’articolo 131 bis del codice penale, nella specifica parte considerata.

Sulla questione, Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, ha sottolineato sulle pagine de Il Giornale che “le sentenze si rispettano e ancor di più quelle della Corte Costituzionale” ma questa sentenza “ingenera il timore che perda vigore il principio che qualsiasi violenza contro le forze dell’ordine rappresenta una violenza contro lo Stato”. Se così fosse, ha aggiunto Mazzetti, “vorrebbe dire che nella tutela della funzione, della dignità delle divise e del loro ruolo di rappresentanti dello Stato, si compie un passo avanti e due indietro. Ecco perché invochiamo un immediato correttivo da parte del Parlamento”.

Dello stesso segno il commento di Domenico Pianese, segretario del sindacato Coisp, secondo il quale “in un momento in cui aumentano i feriti tra le Forze dell’Ordine e la violenza contro i poliziotti è diventata un dato strutturale – e non solo durante le manifestazioni di piazza – una decisione del genere rischia di mandare l’ennesimo segnale negativo a chi garantisce la sicurezza del Paese. Prevedere che una “tenue violenza” contro un agente possa condurre all’assoluzione va nella direzione esattamente opposta rispetto a ciò di cui il popolo delle divise avrebbe bisogno oggi”. Questa sentenza, ha aggiunto, “crea un precedente pericoloso: chi rappresenta lo Stato viene esposto ancora di più, mentre chi lo aggredisce può persino pensare che lo Stato di diritto sia ormai un ostacolo facilmente superabile”.

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Fonte: armietiro
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