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Articolo 4 della Nato: che cos’è?
L’avvocato Antonio Bana, presidente del Cesdea (Centro Studi Diritto europeo armi e munizioni), espone una breve riflessione sulla natura e la funzione dell’articolo 4 del trattato della Nato, dopo che in queste ore è diventato di stretta attualità, in particolare in seguito allo sconfinamento di droni russi in territorio polacco.
“Il Trattato dell’Atlantico del 4 aprile 1949, istitutivo della Nato, ha rappresentato sin dall’inizio uno strumento di sicurezza collettiva in risposta al bipolarismo della Guerra Fredda. Se l’attenzione della dottrina si è prevalentemente concentrata sull’articolo 5, relativo alla difesa collettiva, l’articolo 4 assume un rilievo non secondario quale dispositivo di consultazione politica tra gli Alleati in caso di minaccia percepita all’integrità territoriale, all’indipendenza politica o alla sicurezza di uno Stato membro.
Il contenuto dell’articolo 4
L’articolo 4 recita: “Le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle Parti fosse minacciata”.
A differenza dell’articolo 5, non vi è automatismo nell’impiego della forza: il meccanismo è eminentemente politico e si sostanzia nella convocazione del Consiglio Nord Atlantico (Nac), organo supremo dell’Alleanza, con il compito di avviare un processo di valutazione e coordinamento.
La funzione politico-giuridica
Dal punto di vista giuridico, l’articolo 4 istituisce un dovere di consultazione ma non un obbligo di assistenza armata. Sotto il profilo politico-strategico, esso svolge tre funzioni essenziali:
- Filtro: rappresenta un passaggio intermedio che può condurre all’attivazione dell’articolo 5;
- Coesione: rafforza la solidarietà intra-alleata in momenti di crisi;
- Deterrenza: consente di inviare un segnale politico verso l’esterno, mostrando unità e capacità di reazione collettiva.
Le invocazioni storiche
Nella prassi, l’articolo 4 è stato invocato solo in circostanze eccezionali:
- 2003: la Turchia richiese consultazioni in previsione della guerra in Iraq;
- 2012 e 2015: la Turchia, in seguito a incidenti con la Siria e minacce transfrontaliere;
- 2014: la Polonia dopo l’annessione russa della Crimea;
- 2022: otto Paesi (Polonia, Romania, Paesi Baltici e Repubblica Ceca) all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il caso recente: la crisi polacca del settembre 2025
Il 10 settembre 2025, la Polonia ha invocato nuovamente l’articolo 4 a seguito della violazione del proprio spazio aereo da parte di 19 droni russi. Alcuni provenienti dalla Bielorussia sono stati abbattuti, uno si è schiantato contro un edificio residenziale. La gravità dell’episodio — con la chiusura temporanea di aeroporti e l’innalzamento dell’allerta — ha spinto il Primo ministro a parlare di “provocazione su larga scala”, chiedendo consultazioni urgenti del Nac.
Analisi
Il caso polacco dimostra come l’articolo 4 conservi una funzione dinamica nell’architettura di sicurezza euro-atlantica:
- sul piano politico, evita l’isolamento di Varsavia;
- sul piano strategico, consente di adeguare la postura difensiva Nato;
- sul piano giuridico, ribadisce che l’articolo 4 è un meccanismo di pre-allerta che non implica l’uso della forza, ma prepara decisioni più impegnative, incluso l’articolo 5.
Conclusioni
Dal punto di vista storico e giuridico, l’articolo 4 va considerato non come un istituto minore, ma come parte integrante del sistema di sicurezza collettiva delineato dal Trattato del 1949. La sua invocazione nel settembre 2025 segna un momento di alta tensione, con la guerra in Ucraina che si riverbera direttamente sul territorio Nato. In un’epoca di conflitto ibrido e droni, la consultazione politica rimane un pilastro essenziale della deterrenza e della coesione transatlantica.
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Fonte: armietiro
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