Contenimento dei piccioni ad Asti: e parte il delirio

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Contenimento dei piccioni ad Asti: e parte il delirio

Il contenimento faunistico è un tema da sempre controverso in questa Italia in cui ogni tema deve per forza essere polarizzato tra favorevoli e contrari, tra ajatollah dell’una o dell’altra tesi. In particolare, ed è anche abbastanza ovvio, quando si parla di abbattimento di animali. Buona parte della responsabilità del “caso” della provincia di Asti è determinato, tuttavia, da una narrazione a dir poco confusa operata dagli organi di informazione, ai quali si aggiungono illustri “opinionisti” che senza preoccuparsi minimamente di approfondire il tema e, se possibile, rimettere la barra del timone nella giusta direzione, si preoccupano di cercare i facili click con post che eccitano ulteriormente gli animi già surriscaldati dal calore torrido dell’estate.

Partiamo dalla base: la provincia di Asti ha disposto un piano di contenimento per alcune specie invasive nel territorio, principalmente i piccioni, ma anche cinghiali, nutrie, caprioli, nutrie e corvidi. Per le operazioni di abbattimento potranno coadiuvare gli agenti di- vigilanza faunistica anche i cacciatori, purché abilitati con specifica abilitazione rilasciata previa frequenza di un apposito corso. Fin qui niente di strano: va detto che la provincia di Asti non è minimamente la prima a disporre iniziative siffatte per il contenimento dei piccioni, da anni altre province assumono iniziative analoghe senza particolare clamore. Qui tuttavia la narrazione giornalistica ha fatto passare che il controllo faunistico potesse essere esercitato da “chiunque fosse in possesso di un porto d’armi” (intendendo evidentemente con ciò quindi anche per Tiro a volo o difesa personale) e che l’abilitazione al controllo faunistico (definita “patentino”) evidentemente potesse essere acquistata in tabaccheria. Da lì, apriti cielo. La ciliegina sulla torta l’ha posizionata lo scorso 13 agosto il giornalista e opinionista Andrea Scanzi sul proprio profilo Facebook, entrando a gamba tesa con un post che definire surreale è riduttivo, anche tra i post più “balneari” che vi possano venire in mente: “Ormai siamo al rincoglionimento generale. Peraltro il porto d’armi con patentino ce l’ho anch’io, e sparo pure benino (al poligono. A caccia manco morto). Che faccio, vengo ad Asti anch’io? Ma roba da matti. Rincoglionimento totale, proprio”.

Se Scanzi non caccia, non si capisce quale “patentino” possa mai avere, e visto che è un giornalista, forse avrebbe magari prima dovuto preoccuparsi di cercare di approfondire la notizia. Proprio qui sta il problema: sarà un caso (non vogliamo fare i complottisti ferragostani insinuando chissà quali strategie occulte…), ma ogni volta che c’è da parlare sui giornali di armi, caccia, porti d’arma eccetera, non c’è una volta che si riesca a far passare le notizie in modo corretto, ma sempre sensazionalistico, inquietante, minaccioso, allarmante. Su una cosa tuttavia siamo d’accordo con Scanzi, ed è quella che ha ripetuto per due volte…

 

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Fonte: armietiro
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