Difesa “sempre legittima”: a Rovigo sì, a Cassino… no!

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Difesa “sempre legittima”: a Rovigo sì, a Cassino… no!

La politica (in particolare di centrodestra) si è spellata le mani per congratularsi con se stessa quando, poco più di un mese fa, è sorto agli onori delle cronache il caso di quel cittadino che in provincia di Rovigo ha sparato alcuni colpi per scacciare dalla sua casa i rapinatori che vi si erano introdotti e non è stato indagato (almeno per ora…) dalla magistratura locale. I suddetti politici avevano commentato garruli che “la difesa è sempre legittima” e che il fatto che il padrone di casa se la fosse cavata senza essere indagato era dovuto alla riforma sulla legittima difesa attuata dalla Lega nel 2019. E noi, bastian contrari, vi avevamo detto di fare attenzione, perché le cose non stavano esattamente così. Adesso è arrivata, purtroppo, la prova del nove, sotto forma di un altro caso, questa volta nel Lazio, avvenuto a fine luglio scorso ma portato a conoscenza da parte del pubblico pochi giorni fa nella trasmissione Quarta Repubblica di Nicola Porro.

Marco Iannattone, un operaio di 33 anni di Cassino, in provincia di Frosinone, ha trovato in casa i ladri (quattro, incappucciati) che oltre a tentare di strangolarlo l’hanno anche accoltellato più volte, all’addome e alla spalla: lui è riuscito a divincolarsi e a far fuoco con l’arma legalmente detenuta, mettendoli in fuga. A parte la maggior violenza dell’aggressione subita da Iannattone, che gli ha lasciato lesioni non ancora guarite del tutto, praticamente un caso fotocopia rispetto a quello di Rovigo. O no? A quanto pare “no”, perché lo stesso Iannattone ha dichiarato di essere attualmente indagato, anche se non è chiaro quale sia l’ipotesi di reato, visto che dei malfattori a oggi non c’è traccia (come nel caso di Rovigo) e quindi è da presumersi che i colpi sparati dall’operaio siano andati tutti a vuoto (come peraltro ha dichiarato lui stesso) o al più hanno causato lesioni superficiali. Quindi è difficile che l’ipotesi di reato possa essere il tentato omicidio o le lesioni volontarie gravi. Attenzione, però,  c’è comunque l’eventualità di procedere per “esplosioni pericolose”, ipotesi di reato che senz’altro potrà anch’essa essere interessata dalla scriminante della legittima difesa, ma che intanto prevede avvocati, eventuali consulenti tecnici di parte, mesi di patema d’animo e di notti insonni. Armi ovviamente sequestrate sull’istante, sia al ragazzo, sia a suo padre. Tutto il pacchetto completo, insomma.

Quindi, in estrema sintesi: cosa ci hanno raccontato i nostri politici, di preciso? Com’è che si chiamano? Adesso non mi sovviene…

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Fonte: armietiro
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