La bagarre sulla polizia locale a Milano: una analisi a freddo

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La bagarre sulla polizia locale a Milano: una analisi a freddo

Sono ovviamente immagini dure e spiacevoli quelle che ritraggono operatori di polizia intenti a contenere l’aggressività di una persona utilizzando il manganello.
Eppure, pur di fronte alla brutalità della scena in sé, l’analista non può permettersi di valutare lo svolgimento di un fatto senza chiedersi quale ne siano state le ragioni e, soprattutto, se la risposta adottata fosse adeguata e proporzionata alle esigenze di sicurezza e dunque legittima.
Così come non può assolutamente permettersi di commentare a caldo un fatto del genere sulla sola scia dell’impatto emotivo o, peggio, della strumentalizzazione ideologica e politica di un intervento di polizia.

La escalation nell’uso della forza
Si fa un gran parlare in ogni dove negli ultimi anni dell’utilizzo graduale della forza, che deve essere sempre impiegata in modo proporzionato alle necessità di sicurezza degli operatori o di chi fosse esposto a rischio di essere investito dall’azione aggressiva di un soggetto non collaborativo.
Il concetto di Force continuum, dunque, prova a cristallizzare le tecniche, tattiche e i dispositivi più adatti ad approcciare un determinato livello di pericolosità del soggetto con cui si interagisce.
Il baton, mazzetta distanziatrice, manganello o che dir si voglia, ricopre da sempre un ruolo intermedio nell’uso graduale della forza e la sua dotazione agli operatori di polizia è prevista proprio in ausilio del loro operato laddove un intervento a mani nude possa esporre a un rischio troppo elevato per la loro incolumità e l’uso dell’arma da fuoco, nell’altro senso, appaia eccessivo.
E, spiace dirlo, il bastone è un dispositivo di autotutela non letale il cui impiego tipico è rappresentato, appunto, da un’ipotesi difensiva nella quale l’operatore lo può impiegare alla stregua di uno scudo ma, soprattutto, da un’ipotesi in cui si rende necessario percuotere alcuno al fine di diminuirne l’aggressività e la pericolosità.

I fatti di Milano
La cronaca riporta di come alcuni genitori abbiano notato un transessuale brasiliano spogliarsi e gridare frasi prive di senso all’ingresso di una scuola, ragion per lui hanno chiamato la polizia locale.
Appena intervenuti, gli operatori si sono subito resi conto di come la persona sfuggisse ad ogni controllo, verosimilmente sotto la pesante influenza di sostanze psicotrope. Sembra che abbia, infatti, da subito mostrato una resistenza aggressiva, gridando anche frasi quali “ho l’AIDS e adesso vi infetto tutti“…
L’aggressività e la pericolosità dei viados brasiliani sono, tra l’altro, ben noti a chi si occupa di sicurezza in città come Milano, ragion per cui è stato richiesto l’intervento anche di una seconda pattuglia, anche grazie all’intervento della quale il soggetto è stato faticosamente condotto all’interno dell’autovettura.

Ma è proprio durante la traduzione verso gli uffici di polizia che il viado sembra aver dapprima cercato di auto-infliggersi lesioni tirando testate al vetro e utilizzando una forcina per capelli (con il chiaro intento di attribuirne la responsabilità agli operanti), e poi finto un malore. È a questo punto che, sfruttando l’interessamento degli agenti per la sua salute, ha aperto lo sportello sferrandogli un violento calcio, affrontato a calci un agente prontamente sceso dall’auto e provato a sottrarsi la giustizia, provocando anche la caduta di un altro agente.
È questo lo scenario nel quale, raggiunto l’individuo anche grazie al passaggio di un cittadino in motorino, gli agenti hanno cercato di ridurne e contenerne l’aggressività utilizzando lo spray urticante e il bastone in dotazione.

Le immagini
Come sempre, le immagini riprese dai cittadini presenti ritraggono esclusivamente l’intervento degli operatori di polizia e non anche i momenti precedenti che li hanno originati.
Quelli che, di fatto, sono pochi frame circolanti in rete ritraggono i brevissimi istanti in cui il soggetto, appena atterrato, prova una ulteriore resistenza, che viene però sedata sul nascere tramite pochi colpi che, in effetti, sortiscono l’effetto sperato di consentire il contenimento della minaccia.
Immagini, si è detto, senz’altro dure e spiacevoli, come può essere spiacevole qualsiasi risposta dura ma necessaria a contenere una minaccia che può rivelarsi ancora più dura.
Negli stessi pochi secondi ripresi, infatti, si può notare il soggetto che tenta una ulteriore reazione che, nel 2023, ben sarebbe potuta consistere nell’estrarre un coltello o qualsiasi altro strumento di offesa che sarebbe stato di lì a pochi istanti utilizzato contro gli operatori.
Si badi, infatti, che il soggetto non era stato ancora e per ovvie ragioni immobilizzato e perquisito, ragion per cui ben si è legittimati a ritenerlo potenzialmente armato e pericoloso.

Le dotazioni della polizia locale
Si è detto in apertura di come il Force continuum sia disciplina che cerca di collegare a livelli differenti di pericolosità quello che si ritiene essere l’intervento più adeguato, ivi comprese le dotazioni consigliate a una gestione più sicura dell’intervento.
Stando ai dati fino a qui messi a sistema non sembra, quindi, che l’intervento in questione sia stato sproporzionato. Certo, il commentatore superficiale o di mala fede dirà che ci sono sempre modalità più idonee e strumenti più congeniali a quelli che la cruda realtà del marciapiede ha costretto gli operatori a impiegare.
quanto al manganello, però, viene innanzitutto da chiedersi a cosa serva averlo in dotazione se non all’ipotesi, ahinoi, di poterlo impiegare su di un soggetto potenzialmente pericoloso!
Vien da chiedersi, poi, perché la polizia locale non sia ancora stata adottata di altri e nuovi strumenti che sembrano incontrare una maggior comprensione da parte dell’opinione pubblica, tra i quali in prima linea il Taser. Questo, In effetti, sarebbe potuto essere un caso tipico di impiego della pistola a impulsi elettrici così come individuati nel manuale predisposto dal produttore, a differenza di decine di altri casi di impiego a cui si è assistito che, al contrario, si ritiene non rispondono nemmeno alle prescrizioni di utilizzo dell’azienda produttrice. Per ragioni che crediamo squisitamente politiche, però, la polizia locale non ne è dotata… ci occupammo in tempi non sospetti della vicenda, al tempo del primo mandato del sindaco Sala e fu proprio la giunta Sala a esprimere la propria assoluta contrarietà a dotare la polizia locale di Taser.

E perché non Bolawrap? Il sistema di pre-amanettamento tramite il lancio di un cavo in Kevlar avrebbe potuto contribuire per altra via all’immobilizzazione del soggetto senza dover ricorrere alle percosse.. Fermo restando che, a parere di chi scrive, l’uso della forza, benché residuo, sia comunque da contemplare.
E cosa ne è delle bodycam? Ovviamente non si tratta di un dispositivo di autotutela che trova propriamente spazio nel Force continuoum, ma si è dimostrato determinante nel comprendere gli accadimenti poiché, a differenza dei cittadini presenti sempre pronti a puntare il dito contro una polizia presuntivamente troppo violenta, consente di riprendere i reali preziosissimi secondi pre-evento, nei quali si generano i fatti che non solo legittimano, ma anche individuano come necessaria una reazione della polizia che si basa sull’uso della forza.
A proposito di immagini: stendiamo un velo pietoso sui commenti rilasciati dagli studenti che si sono trovati a riprendere l’intervento i quali, senza ovviamente conoscere alcunché dei fatti pregressi e ovviamente senza nulla comprendere del settore, si sono comunque sentiti di fornire il loro contributo da tuttologi, ovviamente puntando sbrigativamente il dito contro la polizia che, tanto, basta dare contro agli operatori e il problema è risolto.
Un costume che sta dilagando in maniera davvero preoccupante, fino al punto da chiedersi se questi piccoli commentatori da marciapiede siano la conseguenza di un condizionamento mediatico da pensiero unico o ne siano, al contrario, illustri rappresentanti investiti di questo preciso compito.
Mala tempora currunt.

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Fonte: armietiro
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