Armi da tiro news da Armi e Tiro
La lunga storia del compensatore
#tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item1 {
background: url(https://www.armietiro.it/wp-content/uploads/2025/07/1-1.jpg) 0 0 no-repeat;
}
#tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item2 {
background: url(https://www.armietiro.it/wp-content/uploads/2025/07/3-1-scaled.jpg) 0 0 no-repeat;
}
#tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item3 {
background: url(https://www.armietiro.it/wp-content/uploads/2025/07/4-1-scaled.jpg) 0 0 no-repeat;
}
#tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item4 {
background: url(https://www.armietiro.it/wp-content/uploads/2025/07/5.webp) 0 0 no-repeat;
}
Oggi il compensatore è un accessorio entrato nell’uso comune, principalmente per le carabine, ambito nel quale prende più spesso il nome di freno di bocca, ma anche con le pistole, sia in ambito prettamente sportivo, sia in ambito difensivo. Come spesso avviene, tuttavia, ciò che oggi è dato per scontato in realtà è il frutto di un lavoro di sviluppo durato anni o anche decenni, in questo caso possiamo anche dire “secoli”.
I primi esperimenti
Si può essere portati a ritenere che l’esigenza del compensatore sia stata avvertita in tempi relativamente attuali o, comunque, con armi a ripetizione o di grosso calibro. In realtà il primo tentativo in assoluto di realizzazione di un accessorio siffatto, per un fucile, si deve al generale francese Antoine Treuille de Beaulieu, che ne mise a punto concettualmente uno nel 1842 e lo sperimentò nel 1862. È verosimile che al tempo questo dispositivo sia stato ritenuto troppo avanti rispetto ai tempi e non ne siano state colte le effettive potenzialità, sta di fatto che la cosa non ebbe particolare seguito.
In ambito relativo alle armi portatili, il primo esempio di compensatore moderno, come è oggi inteso, si è avuto con lo sviluppo delle prime pistole mitragliatrici. In particolare, uno dei primissimi esempi in questo senso è stato il compensatore messo a punto dal colonnello statunitense Richard Malcolm Cutts per il moschetto automatico Thompson. Il progetto fu brevettato nel 1925 e le prime applicazioni pratiche risalgono al 1926. Appena un anno dopo, l’azienda cecoslovacca Skoda brevettò una famiglia di freni di bocca per i cannoni d’artiglieria, ponendo le basi concettuali per lo sviluppo dei moderni freni di bocca per carabina, anche se i primi esempi in questo senso erano già stati applicati concretamente dalla Schneider prima della grande guerra. Fu tuttavia la svedese Bofors, nella metà degli anni trenta, a mettere a punto il primo freno di bocca con fori periferici, definito gergalmente “spargi pepe”, messo a punto dal capitano d’artiglieria Harald Jentzen.
Pistole e carabine
Per quanto riguarda le armi corte, un primo impiego dei compensatori si è avuto già negli anni Trenta, in particolare su pistole (prevalentemente tipo 1911) convertite a raffica da parte dell’armaiolo dei gangster del proibizionismo Hyman Lebman (anche noto come Lehman). Fu, tuttavia, solo a partire dalla fine degli anni Settanta che furono sviluppati e impiegati a livello agonistico i moderni compensatori come oggi li conosciamo, realizzati dalle aziende di 1911 custom come Clark e Wilson combat per l’allora Tiro pratico (oggi Tiro dinamico). A livello di difesa personale, le prime applicazioni pratiche su armi semiautomatiche e revolver a canna corta si devono all’azienda statunitense Mag-na-port, che sfruttando tecnologie di derivazione aerospaziale (come l’elettroerosione) iniziarono a realizzare feritoie di deviazione dei gas di sparo sui lati della parte superiore della volata della canna. Al di là delle applicazioni artigianali da parte dell’azienda stessa, Inizialmente questi “porting” furono realizzati su edizioni limitate di armi Smith & Wesson, è stata invece l’austriaca Glock tra le prime a tradurre questa tecnologia in modelli di produzione di serie (la gamma “C” delle sue popolari semiauto). È stato, tuttavia, solo dagli ultimi 10 anni circa, che le pistole semiautomatiche sono state dotate di serie, per l’impiego difensivo, di compensatori avvitati sulla canna o integrali a essa, più compatti rispetto a quelli tipicamente sportivi.
Per quanto riguarda le armi lunghe, il primo esempio di compensazione è avvenuto già negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, sui fucili anticarro, per rendere gestibile l’elevato rinculo. Negli anni del dopoguerra lo studio dei compensatori (freni di bocca) si è sviluppato principalmente nell’ambito del fucili d’assalto, sempre per rendere controllabile il tiro a raffica. Uno degli esempi più antichi, ma anche efficienti, in questo senso è il celebre “tricompensatore” sviluppato da Beretta sul Bm59, che faceva sempre uso della tecnologia “pepper pot” dei freni di bocca Bofors. Per quanto riguarda, invece, le carabine di grosso calibro per la caccia, oltre al sistema Mag-na-port risalente alla seconda metà degli anni Settanta, è stato all’inizio degli anni Ottanta che hanno iniziato a svilupparsi i primi freni di bocca a fori radiali, messi a punto dalla statunitense Kleinguenther distinctive firearms e noti, per questo motivo, con l’acronimo Kdf. Il resto, come si dice, è storia…
L’articolo La lunga storia del compensatore proviene da Armi e Tiro.
Fonte: armietiro
Leggi tutto l’articolo sul sito “Armi e tiro”: La lunga storia del compensatore