La peste suina nel primo allevamento di maiali

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La peste suina nel primo allevamento di maiali

La Psa, a quanto pare, è l’unica cosa che funziona perfettamente in Italia. A fronte dell’immobilismo decisionale, ma più che altro applicativo, la peste suina ha raggiunto per la prima volta un allevamento di maiali domestici, nel parco dell’Insugherata, fuori Roma. L’istituto zooprofilattico ha confermato la positività di due esemplari, è stato disposto l’abbattimento di tutto l’allevamento (soli 8 capi, per fortuna).

Per cui il famoso e temuto passaggio dai cinghiali ai maiali è avvenuto. Tutto previsto da tempo. Sarebbe bastato prendere, ma più che altro applicare senza indugio, le disposizioni che tutti ritenevano opportune, cioè quelle relative a un sostanziale ridimensionamento venatorio della popolazione di cinghiali, facilmente riportate sulla carta nei vari proclami delle autorità ma poi “rimodulate” non si sa se dietro spinte animaliste. A oggi, nell’area “celeste” di contenimento tra Roma e Rieti, di abbattimenti non se ne parla, a favore invece di gabbie e reti di contenimento: sistemi che, anche quando vengano poi fatti seguire dall’abbattimento, non consentono di raggiungere numeri anche solo vicini a quelli necessari. Per non parlare delle sofferenze apportate agli animali catturati. L’allargamento dalla zona rossa alla molto più grande celeste ha reso ulteriormente più difficile la possibilità di tenere la rossa sotto controllo. Così adesso abbiamo il temuto trasferimento del virus. Non per nulla anche la cabina di regia delle associazioni venatorie il 9 giugno scorso ha chiesto un incontro urgente con il presidente della regione Zingaretti per stabilire la vera necessità dell’attuazione della suddetta zona celeste per ribadire la disponibilità a mettere a disposizione le loro risorse. Più che altro per evitare il propagarsi dell’epidemia che metterà, se così gestita, in ginocchio animali selvatici ma più che altro tutti gli operatori del settore suinicolo. Oltretutto, se era possibile gestire le attività collaterali che si svolgono normalmente nella rossa, sarà praticamente impossibile farlo nella molto più grande celeste. Aspettare non aiuta. Lo sanno persino i cinghiali.

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Fonte: armietiro
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