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L’isteria delle foto
In questi giorni si sta svolgendo nel parco nazionale d’Abruzzo una particolare corsa: quella consistente nel perseguitare una lupa, che ha partorito da poco una cucciolata, per fare foto, film e selfie vari. La stessa direzione del Parco ha dovuto fare un duro intervento scritto per far capire la problematica insita nel voler per forza incalzare animali e cuccioli per la deleteria abitudine di pubblicare sui social e ricevere i cosiddetti like. Che in questi ultimi tempi sembra che siano più necessari dell’aria per respirare. “La totale mancanza di scrupoli da parte di chi si rende protagonista di queste azioni è il sintomo più chiaro di quanto l’antropocentrismo e l’egoismo influenzino fortemente le azioni di molti, anche di chi si professa paladino della natura ma che evidentemente continua a rifuggire qualsiasi tipo di responsabilità, tanto c’è sempre qualcun’altro su cui scaricare le colpe”. Più chiaro di così. Oltretutto la zona dove è stato avvistato l’animale è molto nota tra i fotografi naturalisti o pseudo-tali. Il problema è che alcuni di questi tipi, troppo amanti della “loro” Natura al punto da esserne diventati dipendenti, hanno postato le foto addirittura con le indicazioni precise del luogo, innescando così un volano perverso e attirando in zona anche chi frequenta saltuariamente e si reca in zona grazie a queste indicazioni. Non dimentichiamo che lo stesso parco è costretto, in determinati periodi, a chiudere al pubblico certi sentieri proprio per la troppa affluenza di turisti. Già molte volte abbiamo proposto che le piattaforme, per definirsi rispettose della Natura e dei suoi abitanti, non dovrebbero pubblicare certi video troppo “naturali”. Aggiungiamo che i soliti nomi, al contrario, ne hanno fatto un vero e proprio business e compaiono sempre più spesso sui social con video e immagini. Addirittura si reclamizzano, da parte di cosiddette guide locali, passeggiate notturne in montagna e nei boschi, quando la notte è l’unico momento in cui molti animali pascolano o cercano cibo o partner per l’accoppiamento. E in questa epoca di plagio sociale tutti, o moltissimi, sentono di non contare nulla se non hanno almeno uno straccio di video o foto in cui possa comparire il proprio nome. Chiediamo troppo se per fare questo bisognerebbe avere una licenza con esami, tasse e tesserino delle uscite da segnare e informare le autorità quando si va a fare tali riprese? Tali a quali ai cacciatori? Che sicuramente disturbano meno di chi invece gli animali li perseguita tutto l’anno, specialmente nei periodi di cova e allevamento della prole. Da lì a metter cibo o dintorni, per poi arrivare e fare altre riprese “fatte in Natura”, il passo è non breve, ma immediato. Aggiungiamo che certi animali vengono idolatrati e assurgono, da parte delle associazioni animaliste, a veri totem facendoli diventare per il pubblico come idoli. Vedi il lupo, l’orso, l’aquila eccetera. Se invece gli stessi li mettessero tutti sullo stesso piano, belli e brutti, buoni e cattivi, la gente forse non avrebbe certi innamoramenti. E forse li perseguiterebbe meno. Cosa è più importante, fare un popolo di appassionati creduloni invasivi che spendono per magliette, peluche, adesivi e magneti o un popolo responsabile che rispetta la natura per davvero, perché ha capito che anche i lombrichi e le salamandre sono vitali per l’ambiente? Sarebbe importante che il Parco potesse essere autorizzato per legge a comminare multe di migliaia di euro a chi lo frequenti senza rispettarne le peculiarità, con relativo sequestro del materiale fotografico. Lo fanno in tanti Paesi…
Fonte: armietiro
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