Armi da tiro news da Armi e Tiro
Lupo: Ispra dà le cifre, l’animalismo si gira dall’altra parte
Nell’animalismo nostrano il declassamento del lupo, inquadrato adesso come “specie protetta”, ha scatenato un vero e proprio panico. È un fiorire di pseudo esperti e relativi articoli, in cui si sottolinea il grande errore di questo declassamento. Che i mezzi per il contenimento sono altri, tipo i recinti elettrici, che il lupo ormai sa benissimo come violare. Oppure i cani da pastore, che minimo quattro o cinque, vista la taglia standard, costano la bellezza solo di mangiare circa 900 euro al mese, più veterinari e oneri vari. Naturalmente accollati a chi li detiene. Oppure che i pastori o gli allevatori debbono stare in piedi tutta la notte per seguire la situazione. Che volete che sia. Solo nel 2020-2022 risultano essere stati predati 13.746 capi e nel 56% dei casi era presente almeno una delle salvaguardie ritenute prioritarie: reti elettrificate, cani da guardia o presenza continua dei pastori. Ma è essenziale che il lupo non venga disturbato. Prima di questa decisione di declassamento però ci sono state audizioni alla Camera di soggetti portatori di interessi. Tra cui anche Piero Genovesi, responsabile Ispra del Coordinamento della Fauna Selvatica. Stranamente il suo intervento, sempre molto equilibrato e supportato da dati concreti, non ha suscitato nei sopradetti critici del declassamento la minima reazione. Come se non fosse avvenuto. Ciò è tanto più curioso se si considera che le esternazioni di Genovesi sono normalmente tenute in gran conto dagli animalisti. Ma quando fanno comodo. Evidentemente l’Ispra è un soggetto scientificamente autorevole “a orologeria” e quando le conclusioni dell’istituto sono in contrasto con le loro idee, meglio far finta di nulla. Tra le cose riportate da Genovesi, quella secondo la quale il numero dei lupi in Italia è il più alto tra i Paesi europei: il 15% della popolazione dell’Europa intera, ma soprattutto la metà di quella presente negli Stati Uniti, esclusa l’Alaska. Ricordando però che il territorio americano è 26 volte più grande di quello italiano. Il numero dei lupi censiti oscilla tra un minimo di 2.950 e 3.950. Fermandosi come dato medio intorno ai 3.500 circa. La percentuale di ibridazione, altamente pericolosa per la specie, è del 12%, con alcune regioni che arrivano addirittura al 38%. Poi ha introdotto il problema dei lupi urbanizzati che, tra 2023-24, hanno raggiunto il numero di 61 allarmi sociali, con 7 individui responsabili di aggressioni nei confronti dell’uomo tra il 2017 e il 2024. I 7 lupi hanno aggredito ben 19 volte, calcolando quello di Vasto che ha morso in 11 occasioni. A tal scopo l’Ispra il 18 febbraio 2025 aveva già prodotto un protocollo che prevedeva la rimozione di esemplari troppo confidenti, arrivati anche ad aggredire cani al guinzaglio, prevedendo anche l’abbattimento. Poi ha parlato di prelievo sostenibile, che nel caso dell’Italia potrebbe rappresentare il 3-5% della popolazione totale, come soglia iniziale. Visto che anche la Francia ha iniziato con 5 abbattimenti nel 2011, per stabilizzarsi attualmente al 21% della popolazione presente di lupi, Genovesi ha dichiarato che proprio applicando il 3-5% si potrebbe stabilire una soglia totale di rimozione mediando tra i 98 e i 163 esemplari. Naturalmente, se sottoposto a gestione, sarebbe opportuno poi ripetere il monitoraggio del lupo almeno ogni 5 anni per controllare che la soglia di presenza non vada sotto il limite di conservazione. Genovesi ha sottolineato che il 3-5% non rappresenta una soglia massima, ma un valore conservativo. Naturalmente nella memoria scritta Genovesi ha riportato molti più dati, proposte e metodi da attuare, ma che per motivi di spazio non possiamo adesso elencare completamente. Quello che ci ha comunque colpito è che queste affermazioni non hanno suscitato il minimo risalto da parte di chi è sempre pronto a denunciare, criticare e accusare, chiamando in causa sempre “la scienza”. Nessun sito, o associazione, ha proferito parola al riguardo dell’affermazione degli attacchi su umani. Sempre negato e bugiardamente smentito che fossero mai accaduti. E nessun commento sulle proposte di gestione del lupo stesso. Dimenticanza? No, stavolta hanno trovato chi i dati li produce, e impossibili da controbattere. Per cui meglio rimanere in silenzio.
L’articolo Lupo: Ispra dà le cifre, l’animalismo si gira dall’altra parte proviene da Armi e Tiro.
Fonte: armietiro
Leggi tutto l’articolo sul sito “Armi e tiro”: Lupo: Ispra dà le cifre, l’animalismo si gira dall’altra parte