Nuova Zelanda: crescono morti e feriti per armi da fuoco (illegali)

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Nuova Zelanda: crescono morti e feriti per armi da fuoco (illegali)

All’indomani della strage di Christchurch, le autorità neozelandesi, capeggiate dalla primo ministro Jacinda Ardern, hanno provveduto a mettere in piedi una monumentale operazione di confisca (dietro indennizzo) per le cosiddette “armi d’assalto”, a favore della sicurezza di tutti i cittadini. O almeno questo è quanto è stato raccontato loro. Nella realtà dei fatti, che è un po’ diversa dagli auspici e dalla demagogia, sta di fatto che nel 2022 la Nuova Zelanda affronta una delle più elevate recrudescenze in fatto di omicidi e lesioni con armi da fuoco. Nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 luglio 2022, infatti, si sono verificati 10 omicidi, laddove nell’intero 2021 erano stati 11. Nello stesso periodo del 2022, si sono verificati 300 casi di lesioni per armi da fuoco, laddove nell’intero 2021 erano state 298. Il dato è ancor più significativo considerando che, a parte omicidi e lesioni, i reati connessi alle armi da fuoco sono in generale calo sul territorio nazionale: nel 2021 erano già calati del 7 per cento rispetto all’anno precedente, nei primi sette mesi del 2022 si è registrato un ulteriore calo dell’1 per cento. Confrontando, invece, i dati relativi agli ultimi 12 mesi con il decennio precedente, si evidenzia una crescita del 53 per cento nei delitti commessi con armi da fuoco e di ben il 327 per cento per quanto riguarda le lesioni con armi da fuoco.

L’aumento della violenza con armi da fuoco (di provenienza illegale) è particolarmente grave nella capitale Auckland (ma si è verificata anche in altri quattro distretti) e, secondo le autorità comunali, questo è in gran parte dovuto all’aumento degli scontri tra le nuove gang criminali, come i Comancheros. Il problema si è anche acuito, sempre secondo le autorità cittadine, da quando hanno cominciato a essere deportati in Nuova Zelanda i cittadini che erano emigrati in Australia, ma sono stati espulsi perché condannati a pene detentive superiori a 12 mesi (secondo la sezione 501 dell’Australia migration act, da cui la definizione dei deportati con il termine “501s”).

Il consigliere comunale Alf Filipaina, ha commentato: “la tendenza che si vede per le strade è quella di appartenenti alle gang che non solo sono più favorevoli a portare addosso le armi, ma sembrano anche particolarmente felici di usarle”.

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Fonte: armietiro
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