Peste suina in Lazio: c’è l’ordinanza, ma si parte tra 30 giorni!

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Peste suina in Lazio: c’è l’ordinanza, ma si parte tra 30 giorni!

Tempus fugit. Il tempo per contrastare la peste suina corre veloce ma, nel frattempo, si tergiversa.

Ci riferiamo a tutto ciò che in questi giorni sta ruotando dietro l’emergenza Peste suina. Emergenza naturalmente voluta, in quanto i sistemi per non farla diventare tale c’erano tutti. E altrettanto tutti sapevano. I dibattiti in Tv si susseguono, tutti dicono la loro. Opinionisti, animalisti, giornalisti della moda, del costume, e chi più ne ha…più ne può guardare su qualunque canale. Come è italica moda, ci fosse un dibattito che ha come invitato qualcuno che veramente se ne intende. Mai visto un rappresentante dell’Ispra, che forse però avrebbe detto cose scomode per chi ha gestito la questione fino adesso e la sta gestendo ora.

Mai un tecnico faunistico, mai un biologo, mai un tecnico forestale, mai un laureato in scienze naturali. Solo modelle, piagnoni, pietisti, accusatori dell’ultima ora eccetera. Ribadiamo: l’Ispra dovrebbe essere sempre presente, unica voce attendibile, e soprattutto, tecnica. La perla, comunque, del piano di gestione che dovrebbe partire, se abbattimenti ci dovranno essere, è che partirà tra trenta giorni. A questo punto, non era meglio a settembre, quando l’aria rinfresca? Non sappiamo se gli abbattimenti saranno la soluzione, anche perché la malattia ormai è arrivata e si è “piazzata” bene. Per un animale infetto che si trova ce ne sono 10 che non si trovano. Funziona così. Il territorio romano non è fatto da foreste di pianura ma è pieno di fossi, burroni, pareti ripide eccetera. E gli animali quando si sentono in difficoltà o malati, si nascondono il più possibile, per difendersi. Si sentono menomati e cercano di evitare pericoli. Ma se anche gli abbattimenti fossero una soluzione, ci vogliono 30 giorni per cominciare? Ma con chi stanno, con noi o con la Peste suina? Tra 30 giorni la malattia avrà attaccato una miriade in più di animali: quelli morti saranno predati da altri cinghiali, o altri predatori che spargeranno in giro parti infette, sangue, feci e organi interni che inquineranno e saranno ancora veicoli di ulteriore trasmissione. Perché tra 30 giorni? Forestale, polizia locale eccetera sanno benissimo chi tra loro è abilitato a intervenire. Gli Atc possono fornire subito l’elenco dei selecontrollori abilitati. Ma qualcuno li ha chiesti? Come al solito la burocrazia dovrà provare, vedere, passare di ufficio in ufficio, fare responsabili, vice, vice dei vice, mentre il problema esponenzialmente ci ha già dato mezzo giro di pista. I responsabili del comparto della filiera interessata, che abbiamo sentito tanto arrabbiati in Tv per il tempo che si sta perdendo, questa cosa l’hanno notata? Non sarà che poi, magari, prima durante e dopo sarà ancora una volta colpa dei cacciatori?

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Fonte: armietiro
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