Porto dell’arma fuori servizio: Usmia sollecita il governo e rilancia

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Porto dell’arma fuori servizio: Usmia sollecita il governo e rilancia

La drammatica vicenda svoltasi qualche giorno fa a Molfetta, dove un rapinatore armato di fucile d’assalto è stato affrontato e disarmato da un carabiniere fuori servizio e da un altro in congedo, ha stimolato il dibattito sull’ormai grottesca vicenda del porto dell’arma personale fuori servizio per gli agenti di pubblica sicurezza. Nello specifico, a tornare in argomento è stata l’Unione sindacale militare interforze associati (Usmia Carabinieri), che rilancia, chiedendo che il governo provveda a stabilire la possibilità di ottenere il porto d’armi per gli appartenenti alle forze dell’ordine dopo il congedo: “La vicenda riaccende il dibattito sulla lunga attesa del regolamento attuativo che modifica l’art. 73 del Regolamento Tulps e rilancia la riflessione sull’opportunità di concedere il porto d’armi per difesa personale, anche dopo il congedo, agli appartenenti delle Forze dell’Ordine che conservano determinati requisiti”, si legge nel comunicato ufficiale dell’associazione.

“Usmia Carabinieri ribadisce la necessità di garantire strumenti normativi e operativi a chi continua a difendere i cittadini anche in quiescenza. Come ha ricordato il Comandante Generale dell’Arma, Gen. C.A. Salvatore Luongo, “essere carabiniere significa vivere una missione senza confini, che non termina con il servizio attivo, ma dura per tutta la vita”. Ispirandosi a queste parole, Caforio e Montalbano di Usmia Carabinieri hanno osservato: “Un intervento eroico quello condotto dal Luogotenente in congedo che, se fosse stato armato, avrebbe agito in sicurezza e probabilmente portato alla resa del pericoloso malvivente”. Da qui l’appello al Governo: È urgente accelerare le disposizioni attuative del Decreto Sicurezza, estendendo il porto d’armi anche al personale in congedo delle Forze di Polizia, in particolare a chi ha operato “sul campo” nel contrasto alla criminalità. Un servitore dello Stato resta tale per sempre e costituisce un patrimonio di valori e dedizione che deve essere tutelato e valorizzato per il bene della collettività”.

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Fonte: armietiro
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