Slittamento ddl valichi montani: il commento dell’avvocato Bana

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Slittamento ddl valichi montani: il commento dell’avvocato Bana

Il consulente giuridico di Assoarmieri, avvocato Antonio Bana, nonché presidente del Cesdea (Centro studi di diritto europeo sulle armi) ha commentato lo slittamento a settembre dell’approvazione in Senato del ddl sulla caccia nei valichi montani. Riceviamo e pubblichiamo:

“Alla luce degli articoli di stampa che vedono ancora una volta uno slittamento sull’emendamento salva-caccia sulla questione dei valichi montani e caccia in Lombardia ritengo doveroso esaminare brevemente la situazione.

Nel 2024, il Tar Lombardia ha accolto un ricorso ambientalista imponendo il divieto generalizzato di caccia in 475 valichi montani (entro un raggio di 1 km), considerati strategici per la migrazione aviaria, sulla base della direttiva Uccelli 2009/147/CE.

La sentenza ha generato un blocco quasi totale delle attività venatorie in molte zone alpine lombarde, suscitando reazioni da parte di comunità montane, cacciatori e amministrazioni locali.

Nell’estate 2025, la Camera dei Deputati ha approvato un emendamento al Ddl Montagna “salva-caccia” (art. 14-bis Ddl Montagna) a firma Lega, FdI e FI, con i seguenti contenuti principali:

  • Ridefinizione dei criteri di individuazione dei valichi vietati: devono trovarsi ad almeno 1.000 metri di altitudine, avere caratteristiche orografiche specifiche e comprovata intensità di flussi migratori.
  • Istituzione di Zone di Protezione Speciale (Zps): aree soggette a specifiche misure di conservazione, ma con margini di compatibilità per l’attività venatoria secondo le direttive Ue.
  • Riferimento temporale alla stagione 2023/2024: i valichi nei quali era già consentita la caccia in quella stagione saranno provvisoriamente riaperti (23 su 475 in Lombardia).

 

Quale è lo stato dell’iter parlamentare oggi in via schematica:

  • Camera dei Deputati: approvazione emendamento avvenuta a luglio 2025.
  • Senato della Repubblica: la discussione sul Ddl Montagna, inclusivo dell’art. 14-bis, è stata rinviata a dopo metà settembre 2025 a causa dell’opposizione politica (M5S, AVS) e dell’assenza di un consenso trasversale.
  • Commissione Affari Costituzionali del Senato: ha respinto gli emendamenti soppressivi dell’art. 14-bis, ma manca ancora il voto finale in Aula.

 

Quali sono le posizioni contrapposte

Favorevoli (Regione Lombardia, gruppi di maggioranza, cacciatori):

L’emendamento è un compromesso tra tutela ambientale e diritti sociali delle comunità montane.

Si riconosce il valore culturale, economico e tradizionale della caccia in alta quota.

Contrari (AVS, M5S, ambientalisti):

L’emendamento è una violazione delle direttive europee e della sentenza del TAR.

Rischia di aprire la strada a un indebolimento delle tutele per la biodiversità.

 Quali le prospettive operative

Fino all’approvazione definitiva del Ddl Montagna in Senato e alla pubblicazione dei decreti attuativi, il quadro resta sospeso.

La stagione venatoria 2025/26 potrebbe aprirsi con forti incertezze regolative, in attesa di conferme normative e possibili impugnative.

Le Regioni non possono legiferare autonomamente in contrasto con i vincoli comunitari e giurisprudenziali.

La questione dei valichi montani in Lombardia rappresenta un delicato equilibrio tra:

tutela della fauna migratoria,

diritti delle comunità rurali e montane,

rispetto degli obblighi sovranazionali.

L’emendamento approvato alla Camera è un primo passo verso una regolazione più flessibile, ma la mancata approvazione in Senato blocca qualsiasi efficacia immediata.

Personalmente ritengo che l’attività venatoria, in particolare nelle aree montane, rappresenta un fenomeno radicato nella cultura rurale italiana, regolato da norme nazionali, europee e regionali e non solo una pratica sportiva. Dopo la sentenza del TAR Lombardia che ha interdetto la caccia in 475 valichi montani (2024), si è creato un vuoto normativo che ha colpito centinaia di cacciatori, guide alpine, famiglie e operatori locali nonché tutto il comparto e un rilevante indotto del PIL italiano e di settore.

 

L’emendamento approvato dalla Camera dei Deputati (luglio 2025) risponde a una chiara esigenza di riequilibrio tra tutela ambientale e diritti sociali, introducendo:

parametri tecnici oggettivi (quota minima, intensità migratoria);

la possibilità di regolamentazione controllata delle ZPS;

un riferimento alla situazione vigente nella stagione 2023/2024, evitando vuoti normativi retroattivi.

Queste misure non autorizzano una caccia indiscriminata, ma garantiscono certezza del diritto e continuità amministrativa in attesa di una revisione più organica della materia.

Dal punto di vista legale, l’emendamento:

non viola la direttiva Uccelli 2009/147/CE, poiché affida alla futura normativa attuativa il compito di individuare i valichi effettivamente sensibili ai flussi migratori;

rispetta il principio di proporzionalità e bilanciamento degli interessi, previsto dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE;

è coerente con il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni in materia di tutela ambientale e programmazione venatoria.

Il blocco totale e indifferenziato imposto dal TAR, se non accompagnato da criteri scientifici condivisi, può generare un eccesso di tutela ambientale priva di fondamento oggettivo.

La sospensione dell’attività venatoria nei valichi:

ha compromesso l’equilibrio faunistico locale, favorendo l’espansione incontrollata di alcune specie;

ha ridotto le fonti di reddito per rifugi alpini, agriturismi e attività stagionali;

ha marginalizzato comunità già fragili, colpite da spopolamento e carenza di servizi.

L’emendamento “salva-caccia” è dunque uno strumento di giustizia sociale, non un privilegio per pochi e si auspica che il Senato della Repubblica approvi definitivamente l’art. 14-bis, riconoscendo il diritto alla caccia come attività lecita, regolata e sostenibile, e tutelando:

le esigenze delle comunità montane,

i diritti dei cacciatori rispettosi della legge,

il principio di coerenza tra giurisprudenza e normativa parlamentare.

La caccia legittima e regolamentata non è nemica dell’ambiente, ma parte della sua gestione equilibrata”.

 

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Fonte: armietiro
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