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Usa: modifica sui motivi ostativi all’acquisto di armi
Il dipartimento di giustizia statunitense ha annunciato una norma che, se dovesse entrare in vigore, potrebbe ampliare in modo significativo la platea di cittadini statunitensi autorizzati all’acquisto di armi. Nello specifico, attualmente non è possibile acquistare armi da parte di persone che abbiano subito una condanna per un qualsiasi reato che comporti oltre un anno di reclusione, ma anche per reati minori legati all’immigrazione, agli stupefacenti, alla violenza domestica. La norma proposta dal dipartimento di giustizia consentirebbe a queste persone di poter chiedere nuovamente una autorizzazione all’acquisto e al possesso di armi, tramite una istanza al procuratore generale. Quest’ultimo, valutando caso per caso, potrà autorizzare il cittadino all’acquisto di armi nella misura in cui il richiedente possa dimostrare “di non rappresentare un pericolo per la sicurezza pubblica o che non sussistano ragioni contrarie all’interesse pubblico”. La motivazione di questo provvedimento è indicata nel testo stesso: “I criteri sono concepiti per garantire che il diritto fondamentale del popolo a detenere e portare armi non venga indebitamente violato”.
In realtà questo provvedimento sembra trovare una convergenza sia da parte dei fautori più integralisti del secondo emendamento, sia da parte di coloro i quali sono a favore del gun control. Tra i primi, il direttore esecutivo della Second amendment foundation, Adam Kraut, che ha dichiarato: “Avendo intentato cause legali per diverse persone private dei diritti civili, è positivo vedere che questa norma offra un percorso per ripristinare i loro diritti. Per anni, gli unici meccanismi disponibili per ottenere un reintegro dopo un divieto federale in materia di armi da fuoco sono stati la quasi impossibile grazia o un costoso e incerto percorso legale. Il ripristino di un programma federale di determinazione del reintegro delle facoltà concernenti le armi da fuoco consentirà a milioni di americani di riacquistare la capacità di esercitare i propri diritti sanciti dal Secondo Emendamento”.
David Pucino, direttore legale e vice capo consulente del Giffords Law Center to Prevent Gun Violence ha sottolineato che “È importante che esista un meccanismo che consenta alle persone che in passato erano legalmente limitate dal possesso di armi da fuoco di riavere potenzialmente tali diritti, qualora possano dimostrare che non rappresentano realmente una minaccia per la sicurezza pubblica. Queste norme proposte sembrano lasciare ampio margine di discrezionalità che, se gestite in modo improprio, potrebbero consentire a persone pericolose di procurarsi armi. Qualsiasi procedura di ripristino deve essere applicata oggettivamente, basandosi sui fatti dei singoli casi, con la consapevolezza che un singolo errore mette a rischio vite innocenti. Questo dovrebbe essere inaccettabile per tutti noi, a prescindere dal partito politico”.
Fonte: armietiro
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