Xm1: la Pcp secondo Stoeger

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Xm1: la Pcp secondo Stoeger

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Stoeger è un marchio appartenente al gruppo Beretta, che da alcuni anni offre una gamma di carabine ad aria compressa caratterizzate da un rapporto qualità/prezzo molto favorevole, congiunto a moderne caratteristiche tecniche e a un design accattivante e attentamente studiato. L’aspetto ergonomico, in particolare, è frutto del concetto denominato “Human tech design”, già utilizzato con le carabine della serie Rx, che fonde uno stile ispirato dalla città di Urbino (culla dell’Umanesimo), alle capacità tecniche di professionisti milanesi nel campo del design industriale e nell’user experience. Il risultato di questa fusione si è tradotto nei peculiari Multi grip system e Proadaptive checkering: il primo è un concetto che consente al tiratore di personalizzare lo stile di imbracciata, prevedendo punti multipli di presa su tutta la calciatura; il secondo si traduce in una particolare texture della zigrinatura dei punti di presa in questione, che consente una presa efficacemente salda in qualsiasi situazione. A questi aspetti prettamente funzionali, si aggiunge una estetica estremamente moderna, anzi quasi futuristica. Il debutto sul mercato è avvenuto con una serie di carabine a molla e pistone con canna pieghevole, quest’anno Stoeger ha stupito il pubblico debuttando al salone Iwa di Norimberga con la sua prima Pcp (cioè carabina ad aria precompressa), denominata Xm1. Che, ovviamente, non potevamo lasciarci sfuggire l’opportunità di provare.

Concetto innovativo
L’azienda ha compiuto una scelta piuttosto radicale e certamente in controtendenza rispetto ai principali concorrenti: nel momento in cui, infatti, molti produttori si orientano sulle bombole “tank” per l’aria precompressa, che più che a bottiglie cominciano ad assomigliare a damigiane, la Stoeger Xm1 invece sfrutta una bombola molto sottile, del diametro di circa 20 mm, che risulta così perfettamente integrata all’interno della calciatura e virtualmente invisibile. In questo modo, occorre dirlo, la Xm1 è una delle Pcp più snelle, eleganti ma anche leggere sul mercato (2.500 grammi senz’ottica). Lo scotto da pagare ovviamente è una ridotta autonomia di tiro che, nella versione full power da noi testata, si aggira intorno ai 50 colpi. Se questa scelta tecnica costituisca un limite o un vantaggio è il singolo potenziale fruitore che dovrà deciderlo in base ai propri gusti e alle proprie possibilità, ci limitiamo a osservare che in Italia non è comunque particolarmente agevole (per non dire impossibile) girare legalmente per la campagna o il bosco con una Pcp a piena potenza, quindi possiamo permetterci di affermare che, nelle normali circostanze di impiego consentite nel nostro Paese, la bombola “madre” per il rifornimento (o la pompa manuale) non sarà mai particolarmente distante dal tiratore. La bombola funziona con una pressione di 200 bar e porta integrato all’estremità anteriore il classico manometro a lancetta, per il rifornimento è previsto un foro trasversale passante, appena sotto il manometro, nel quale si inserisce l’ugello (fornito di serie) collegato alla frusta della bombola. Non c’è quindi da svitare nulla, l’operazione richiede veramente un secondo.
La struttura è piuttosto classica, con un telaio in lega leggera che nella parte frontale supporta canna (sopra) e bombola dell’aria (sotto), all’interno scorre un otturatore girevole-scorrevole per il caricamento del pallino nella culatta e l’armamento della massa battente che, azionata dal grilletto, attiva la valvola determinando la propulsione da parte dell’aria compressa. L’alimentazione è duplice: così come arrivata dalla fabbrica, la carabina è infatti dotata di un vassoio per l’alimentazione a colpo singolo, basta però far scorrere questo vassoio sulla sinistra per inserire al suo posto un caricatore a tamburo della capacità di 9 pallini nel 4,5 mm (oggetto della nostra prova) o di 7 pallini nel 5,5 mm. Nei due calibri, le velocità massime alla bocca dichiarate dall’azienda sono di 320 metri al secondo per il 4,5 mm e 274 per il 5,5 mm. Ovviamente è prevista anche la commercializzazione di una versione al di sotto dei 7,5 joule di energia cinetica, quindi classificata in Italia di modesta capacità offensiva e pertanto di libera vendita.
Sia il vassoietto di caricamento, sia il caricatore scorrono su una guida trasversale e presentano un dente di centraggio sul lato sinistro del castello dell’arma. A trattenere ancor più efficacemente in posizione il tutto, specialmente quando l’otturatore è aperto, concorrono inoltre due calamite in neodimio, una integrata sul piano del telaio della carabina e l’altra rispettivamente sotto il caricatore e sotto il vassoio di caricamento. È una soluzione, se non del tutto inedita, comunque non particolarmente frequente. Il caricamento del caricatore, come avviene con molti prodotti concorrenti, prevede la rotazione della piastrina in plastica trasparente che costituisce la faccia posteriore del caricatore. In questo modo si carica la molla interna ed è possibile inserire i 9 pallini nei rispettivi alveoli. Ogni volta che si riapre l’otturatore, la molla fa scattare di una posizione il rotore interno, allineando il pallino successivo alla culatta. Quando i pallini sono stati sparati tutti, il rotore presenta un elemento massiccio che funge da hold open, impedendo la chiusura dell’otturatore sulla culatta vuota.

La modularità
Uno degli aspetti sui quali Stoeger punta molto con la sua gamma più moderna di carabine a molla e pistone è la modularità e anche la Xm1 non fa eccezione: oltre alla possibilità di selezionare la modalità di funzionamento (colpo singolo o ripetizione), la calciatura polimerica offre notevoli possibilità di adattamento: in lunghezza, innanzi tutto, togliendo uno o tutti e due gli spaziatori colorati (uno blu, l’altro giallo) al di sotto del calciolo; nel comfort di impugnatura, sostituendo la parte frontale della pistola, di colore blu e dimensioni medie, con una di colore nero e taglia Xl; nel comfort di imbracciata, sostituendo l’appoggiaguancia standard con un secondo, dotato di Montecarlo. Sui lati della parte frontale dell’astina, è inoltre possibile applicare tramite due coppie di viti, due slitte Picatinny porta accessori, che possono consentire per esempio il montaggio di un bipiede. Una delle due slitte Picatinny si prolunga, fungendo da porta caricatori di scorta, con tre slot per altrettanti tamburi. Anche in questo caso, ciascuna slot è dotata di magnete in neodimio. In questo modo è possibile fissare la slitta porta caricatori all’indietro o in avanti, su un lato o sull’altro, a seconda delle preferenze, ma sia che il caricatore debba essere sfilato verso l’alto o verso il basso, i magneti ne assicureranno comunque la ritenzione corretta. Una cosa, a nostro avviso, molto intelligente. Nella confezione è, comunque, previsto il solo caricatore di servizio, quelli di ricambio andranno acquistati a parte. È possibile anche regolare il trigger reach, ovvero la distanza tra il grilletto e l’impugnatura, allentando un piccolo grano Allen sul lato del grilletto e facendo scorrere quest’ultimo sulla propria guida longitudinale. Corsa e peso di sgancio dello scatto non sono, in compenso, regolabili, ma vista la fascia di prezzo dell’arma non ci sentiamo davvero di considerarlo un difetto. Lo scatto ha una precorsa piuttosto breve, uno sgancio abbastanza netto con un peso di 1.500 grammi circa. Con un minimo di affiatamento, si riescono a ottenere da subito risultati molto rilevanti. La sicura manuale è costituita da un traversino cilindrico integrato nella parte frontale del ponticello: quando è disinserita, sulla parte di cilindro che protrude lateralmente è visibile un anello di colore rosso. L’arma è dotata, contrariamente a molte Pcp concorrenti (ma non tutte, anzi negli ultimi anni si sta assistendo a una inversione di tendenza quantomeno sulla fascia di prezzo economica), delle mire meccaniche, costituite da un mirino in fibra ottica di colore rosso montato sulla sommità del manicotto polimerico che circonda la canna (in acciaio) e da una tacca di mira polimerica regolabile in altezza e derivazione.

La nostra prova
Per la prova di tiro ci siamo avvalsi del nostro poligono indoor, trattandosi di una carabina full power aveva poco senso la distanza dei 10 metri e ci siamo, invece, orientati sui 25 metri. Oltre alle mire meccaniche, sulla sommità del telaio è presente la classica slitta a coda di rondine di 11 millimetri, per il montaggio di cannocchiali. Abbiamo installato un Targa 6-24×50 mm con parallasse regolabile da 10 yard all’infinito, più che idoneo alla bisogna. Noi con l’aria compressa utilizziamo sempre anelli porta ottica molto alti, per prevenire qualsiasi tipo di problema con i più disparati modelli che ci troviamo a testare; in questo caso la scelta si è rivelata azzeccata perché se avessimo utilizzato attacchi più bassi, l’ottica avrebbe interferito con la tacca di mira. Il problema è, però, più apparente che reale in quanto svitando e rimuovendo la vite per la regolazione in elevazione, è possibile togliere la tacca, sfilandola dalla sua guida a coda di rondine. Quest’ultima guida parrebbe avere la stessa dimensione della slitta porta anelli per l’ottica, il che sarebbe positivo per disporre di un punto di ancoraggio più avanzato per ottiche di grandi dimensioni, ma inspiegabilmente non giace sullo stesso piano della slitta sul telaio (è più alta di circa 1,5 mm), quindi un’ottica montata sfruttando tale supporto si troverebbe “impennata” con evidenti problemi di taratura. D’altro canto il fissaggio dell’ottica in tale posizione potrebbe comportare tensioni parassite sulla canna, foriere di una perdita di precisione. Quindi, meglio accontentarsi della coda di rondine sul telaio, seppur non lunghissima (95 mm, con però una “pausa” di 15 mm costituita dal vano di caricamento).
Dopo aver iniziato la manipolazione dell’arma, abbiamo immediatamente apprezzato le zigrinature sulla parte inferiore dell’astina e anche sotto la pala del calcio, che consentono veramente una presa efficace qualsiasi sia la tecnica di presa dell’arma. L’astina medesima è arrotondata ma anche sufficientemente ampia da consentire un appoggio stabile sugli appoggi tipici del tiro in poligono, come il nostro rest. Molto interessante la manetta di armamento, polimerica, zigrinata con la medesima texture del calcio e inclinata, consente una presa molto efficace, fermo restando che lo sforzo richiesto per l’armamento è modesto. L’arco di apertura dell’otturatore è di circa 30 gradi. Abbiamo provato l’arma sia con il vassoio per il colpo singolo, sia con il caricatore: in quest’ultimo caso, si avverte appena un leggero incaglio talvolta quando il pallino comincia a entrare nella camera ma se si agisce sulla manetta con il corretto vigore, il funzionamento è molto fluido e si possono ottenere anche notevoli cadenze di tiro. La presenza del tamburo sul lato sinistro non interferisce con l’ottica, anche se si utilizzano anelli più bassi rispetto a quelli utilizzati da noi.
Per quanto riguarda le capacità di precisione, abbiamo selezionato alcuni pallini round nose (a punta semisferica) e domed (a punta ogivale), visto che avevamo tra le mani una full power non aveva senso sprecare i classici pallini leggeri da 0,50 a punta piatta wad cutter, che come è noto non riescono a stabilizzarsi correttamente a velocità superiori ai 170-180 metri al secondo. I risultati sono stati a nostro avviso molto gratificanti, con una rosata di cinque colpi in soli 8 mm (da centro a centro) con i pallini Baracuda match, seguiti a ruota dai 10 mm di rosata dei Jsb Exact diabolo. Leggermente più aperta la rosata con i Jsb Exact heavy. La deviazione standard sulla velocità è risultata molto contenuta, il valore assoluto della velocità è risultato prevedibilmente inferiore rispetto al massimo dichiarato (che, verosimilmente, sarà stato ottenuto con pallini del minimo peso, cioè 0,50 grammi), ma comunque con i Jsb exact abbiamo superato i 300 metri al secondo, che è sempre un bell’andare e che consentono di raggiungere comodamente anche i 50 metri.

 

Scheda tecnica
Produttore: Stoeger, stoegerairguns.com
Distributore: Franchi, via della Stazione 50, 61029 Urbino (Pu), tel. 0722.30.71, franchi.com
Modello: Xm1
Tipo: carabina ad aria precompressa (Pcp)
Calibro: 4,5 mm (anche 5,5 mm)
Funzionamento: otturatore girevole-scorrevole
Alimentazione: colpo singolo o caricatore a tamburo da 9 pallini (7 in 5,5 mm)
Lunghezza canna: 565 mm
Lunghezza totale: 990 mm
Scatto: diretto, regolabile nella posizione del grilletto
Sicura: manuale a traversino sul ponticello
Mire: mirino in fibra di colore rosso, tacca di mira regolabile, slitta di 11 mm per l’installazione di ottiche (in prova, Targa 6-24×50)
Accessori di serie: seconda impugnatura (Xl); secondo appoggiaguancia (con Montecarlo); slitta Picatinny e slitta porta caricatori di scorta; adattatore per colpo singolo; 1 caricatore; ugello per ricarica bombola; guarnizioni di ricambio
Peso: 2.500 g
Qualifica: arma sportiva
Prezzo: 559 euro, Iva inclusa; versione depotenziata, 499 euro

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Fonte: armietiro
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